Horizon2020 finalmente c’è. Ora tocca a te.

I finanziamenti europei alla ricerca sono indubbiamente uno dei driver più importanti, qualitativamente e quantitativamente, nel panorama scientifico internazionale.

Come già discusso su Prometeus nei mesi scorsi, infatti, la scarsità dei fondi nazionali disponibili in questo momento storico – e la cronica mancanza di certezze sulla reale fruibilità dei finanziamenti vinti che spesso vengono rimodulati o tagliati in corso d’opera – influenzano fortemente le attività dei ricercatori italiani, che guardano sempre più ai fondi erogati dalla Commissione Europea come una fonte certa di finanziamenti ad una ricerca che spesso, anche nella bistrattata Italia, è di eccellenza.

Lo scorso 27 giugno, dopo due anni e mezzo di dure negoziazioni, da ultimo condotte sotto la presidenza irlandese del Consiglio d’Europa, si è giunti ad un non banale accordo sul budget dell’Unione Europea nel settennio 2014-2020. Protagonisti dei negoziati sono stati la Commissione Europea, il Consiglio d’Europa e il Parlamento Europeo. A maggior ragione questo dovrebbe render tutti noi consapevoli dell’importanza dell’Europarlamento, che verrà rinnovato nella prossima primavera, e che storicamente viene snobbato dalla politica nostrana.

Horizon 2020, il nuovo programma quadro europeo di finanziamento alla ricerca e all’innovazione, è uno dei capitoli di maggiore rilievo all’interno del bilancio comunitario.

Nel periodo 2014-2020 saranno resi disponibili 22 miliardi di euro per supportare le iniziative intitolate “Excellent Science”, 15 miliardi di euro per supportare le iniziative di ricerca ed innovazione per la “Industrial Leadership” e 27 miliardi di euro per aggredire le sfide globali della società, che vanno dalla salute all’alimentazione, dall’energia all’ambiente.

Per la prima volta, oltre ad una forte enfasi sull’eccellenza, l’Europa ha, nel suo programma quadro, voluto promuovere la ricerca a beneficio delle piccole e medie imprese. Infatti, saranno presenti strumenti di finanziamento specifici per le SMEs, che rappresentano la base più ampia e sostanziale dell’economia del nostro continente nei più diversi ambiti industriali.

Tante sono le peculiarità di Horizon 2020, fra cui l’attenzione all’open access. Dal prossimo anno, infatti, la pubblicazione dei risultati derivanti dalla ricerca finanziata dalla Commissione Europea dovrà essere rigorosamente open access, al fine massimizzare l’impatto e la divulgazione della ricerca. Un’attenzione alla divulgazione e alla fruizione della scienza, che abbiamo più volte avuto il modo di sottolineare come cruciale per avvicinare i cittadini alla ricerca, che sarà complementata da circa 450 milioni di finanziamenti per progetti su “Scienza e Società”.

Ora, che dopo tante discussioni e dibattiti, siamo pronti per partire, la speranza è che le biotecnologie italiane abbiano la forza e la capacità per emergere nel panorama internazionale, acquisendo quei finanziamenti necessari per dare sostanza alle idee innovative. Magari anche le tue.

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