Ottimizzare l’abstract per la ricerca su Google

Far emergere il proprio abstract tra milioni di risultati, sembra un’impresa impossibile, ma con qualche accorgimento possiamo prepararci alla scalata del ranking dei motori di ricerca. Il segreto sta nell’uso delle chiavi di ricerca.

Purtroppo se gli strumenti per individuare le giuste chiavi abbondano nel mercato dei beni di consumo, nel campo della ricerca scientifica non abbiamo a disposizione nulla di altrettanto efficace.  Dobbiamo quindi ricorrere al fai da te. E allora vediamo subito quali sono gli accorgimenti per individuare le parole chiave adatte per il nostro abstract.

Iniziamo creando una lista delle parole chiave che abbiamo usato per cercare gli articoli che costituiscono la nostra bibliografia, e sottolineiamo quelle che hanno restituito i risultati più precisi. Annotiamo anche le “keywords” contenute negli articoli che abbiamo selezionato e,  infine, mettiamoci nei panni del lettore e pensiamo a quali parole userebbe per cercare esattamente il nostro articolo. Nel dubbio (e con le dovute cautele) possiamo anche ispirarci consultando uno strumento come Microsoft Academic  per vedere quali sono le parole più cercate nella nostra disciplina. Facciamo una rapida verifica scegliendo dalle tre  liste le parole che ricorrono di più e cerchiamole all’interno del nostro articolo. Quasi sempre le abbiamo inserite senza pensarci, ma senza questo esercizio abbiamo difficoltà a riconoscerle.

Rileggiamo ora  il nostro articolo e, evidenziatore alla mano, sottolineiamo tutte le frasi che contengono le parole chiave. Per ogni sezione dell’articolo ((introduzione, metodo, risultati, discussione) scegliamo quelle che esprimono al meglio il nostro lavoro, e copiamole in un altro foglio.  Proviamo quindi a riordinarle in sequenza e, partendo da queste, a scrivere l’abstract, ponendo la maggior attenzione su introduzione e conclusioni, che sono le parti più lette.

Più significative sono le parole chiave contenute nel nostro abstract, più possibilità avremo di emergere tra i risultati di ricerca. Ma attenzione, le parole chiave vanno scelte con cura. Non devono essere né troppo lunghe, né troppo corte. Se sono troppo lunghe si rischia di essere troppo specifici e di non rientrare nelle selezioni di ricerca più comuni. Allo stesso modo le parole troppo corte restituiscono troppi risultati e diminuiscono le possibilità di essere trovati .

Ad esempio “Antibiotics” è una parola chiave indaguata; se la digitiamo su una stringa di ricerca, ci vengono restituiti milioni di risultati, molti dei quali non avranno nulla che vedere con il farmaco.  Meglio inserire una parola specifica della propria disciplina come “Streptomycin” o “Polyene antibiotics”, che tra l’altro avrà anche più probabilità di essere digitata nella ricerca.  Allo stesso modo  “Mycobacterium tuberculosis” ci farà trovare molto più facilmente di un semplice “bacteria”.  Infine, se scriviamo in una lingua diversa da quella alla quale siamo abituati, facciamo attenzione alle traduzioni, sigle come AIDS non subiscono variazioni dall’italiano all’inglese, ma se scriviamo in francese dovremmo tradurre in SIDA.

Cristina Rigutto on Google+

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