Le mirabolanti avventure di una cura clandestina

Per amore si fa di tutto. Per la propria salute e per la speranza di una guarigione da malattie che purtroppo non lasciano scampo, si fa ancora di più. Lo sa bene la controversa azienda biotecnologica Celltex Therapeutics che dalla sua fondazione ha amministrato cure, anche se non ancora approvate, a piú di 200 pazienti in Texas, negli Stati Uniti.

Stem Cell company leaves US

Parliamo di cellule staminali, un particolare gruppo di cellule del corpo con la capacità di rigenerare tessuti, lenire ferite gravi e limitare i danno di un incontrollato sistema immunitario. La tecnica è semplice: si isolano queste cellule dai tessuti, si moltiplicano in laboratorio e si reintroducono nei pazienti nel sistema circolatorio. Tanto facile da essere già nel mercato senza aver ancora ricevuto l’ok delle agenzie regolatrici. Infatti, sebbene risultati promettenti siano stati condotti in animali, test clinici su volontari umani sono pochi e nessuno sufficiente a convincere la FDA (organo regolatore americano) o la EMA (controparte europea) che l’impiego di cellule staminali sia sicuro ed efficace per essere commercializzato come cura (al di fuori dell’uso negli stessi test clinici).

Approfittando dell’incertezza legislativa, si sono aperti centri di cura più o meno accreditati che promettono di alleviare condizioni che vanno da Parkinson, Alzheimer e sclerosi multipla alle imperfezioni della pelle. Fino al 2011, un numero impreciso di turisti si sono recati in Messico, Costa Rica, Cina e Giappone dove la legge ha consentito il proliferare di questa pratica non ancora scientificamente approvata.

Dopo un viaggio rivelatore in Giappone nel 2010 per curare la propria artrite, l’ortopedico americano Stanley Jones fonda Celltex nel Marzo del 2011. Per ottenere staminali dal tessuto grasso dei suoi pazienti, la Celltex paga un brevetto all’azienda sud coreana RNL Bio, pioniera della ricerca. Per inciso, la pratica della RNL Bio non è ancora stata approvata in Sud Corea, ma nel frattempo l’azienda esporta la sua tecnologia in altri paesi.

Come nelle migliori campagne pubblicitarie, invece di preoccuparsi di provvedere a studi clinici indipendenti per provare che la terapia funzioni, la RNL Bio ha raccolto le “testimonianze” dell’uso di cellule staminali in una serie di aneddoti sul loro sito e fuori. Il fondatore dell’azienda coreana ha pubblicato il libro The Grace of Stem Cells che raccoglie testimonianze di pazienti che hanno risolto l’affaticamento cronico, ridotto le rughe del viso e donato elasticità alla pelle [?!?].

Operando in America, la Celltex avrebbe dovuto chiedere permessi alla FDA sull’uso delle cellule staminali. Questo non è mai successo. Ma quando hai pazienti illustri come il Governatore dello stato nel quale operi, Rick Perry, evidentemente non devi certo preoccuparti di certi dettagli. Perry è stato il primo paziente di Celltex, nonché amico del direttore esecutivo della compagnia David Eller che ha provveduto a recuperare i 30 milioni di dollari di capitale necessari a far partire l’impresa. Le cure della Celltex, come immaginabile, non sono gratis, e testimonianze indicano che i trattamenti superino i 30.000$.

Sapendo di muoversi in un terreno non facile e per assicurarsi l’accettabilità etica del proprio operato, Celltex ha assunto Glenn McGee, filosofo e (al tempo) direttore della più importante rivista di bioetica americana American Journal of Bioethics. Dopo solo tre mesi di operato alla Celltex, McGee però si dimette. Successivamente, un’investigazione porta alla luce il fatto che la compagnia preparerebbe cellule staminali senza la dovuta licenza e nell’ottobre 2012 la FDA costringere l’azienda a sospendere le cure.  È di questi giorni la notizia che l’azienda americana si trasferirà ora in Messico.

Per quanto il diritto alla salute sia un bene prezioso e difendibile, occorre mantenere la guardia alta per quel che riguarda rimedi non ancora accreditati. Per quel che ne sappiamo, se le cellule staminali utilizzate da Celltex e altre aziende biotech hanno effetti positivi, non si capisce per quale motivo queste aziende non producano le prove necessarie all’approvazione del loro operato. È bene ricordare che organi come la FDA e la EMA [per quanto abbiano i loro difetti] non impediscono l’uso di queste cure per proteggere gli interessi di qualche fantomatica industria farmaceutica che starebbe sempre per venderci la cura del secolo (da più di 20 anni, speriamo si sbrighino!), piuttosto per proteggere i soggetti più deboli che, nella disperata ricerca di una cura non ancora disponibile, si rivolgono a chiunque prometta loro un rimedio, anche momentaneo, al loro dolore o alla sofferenza dell’attesa.

 

Commenti

commento/i