Alle dipendenze del Sultano

Parlare di OGM in una rubrica dedicata alla sicurezza alimentare mi lascia un po’imbarazzato, perché, ad oggi, di evidenze di pericoli associati agli OGM non me ne risultano. Non solo, avendo constatato in questi anni l’entità dei problemi sanitari, compresi quelli di sicurezza alimentare, discutere della sicurezza degli OGM mi sembra un’inutile distrazione.

Lo dico dopo aver scoperto, pochi giorni fa, quale sia il mio articolo più citato, di una vita fa (2002): riguardava i potenziali rischi del famoso mais GM Starlink. In quel periodo, ho dedicato tempo ed energia ad individuare i potenziali rischi degli OGM, all’epoca in cui alcuni aspetti della valutazione dei rischi mostravano i loro limiti. Credo che il lavoro mio, e di altri, di allora fosse corretto. Quello che mi mancava è il senso delle proporzioni. In generale, resto molto prudente su tutti i rischi sanitari, e proprio per questo ritengo che se applicassero alla maggior parte dei prodotti o pericoli l’approccio estremamente precauzionale adottato per gli OGM al supermercato e al centro commerciale ci sarebbe ben poco da comprare (scordiamoci gli smartphone per esempio).

Detto questo, se gli OGM sono un problema per ora ancora teorico di sicurezza alimentare, di sicuro suscitano conflitti, ovvero proprio le food wars che interessano a questa rubrica. Mi hanno colpito in questo senso le dichiarazioni programmatiche del Ministro Clini, di cui si è già occupato Prometeus, in riferimento alla ricerca di nuovi rischi per invocare la clausola di salvaguardia.

La clausola di salvaguardia, per gli OGM codificata dalla Direttiva comunitaria 2001/18/CE e dal regolamento 1829/2003, prevede che, anche per OGM autorizzati, se emergono nuove informazioni sui rischi ambientali o sanitari, uno Stato della UE può temporaneamente sospenderne la coltivazione e l’uso sul suo territorio.

Tutte le attuali misure di salvaguardia riguardano problematiche ambientali, e nessuna gli OGM come alimenti in quanto tali (ci provò solo l’Italia nel 2000, fallendo miseramente). In ogni caso le valutazioni scientifiche, anche sui temi ambientali, hanno sempre smentito le misure di salvaguardia adottate (la serie è lunghissima), anche se poi è mancato il consenso politico per trarre le conseguenze delle bocciature emesse dall’EFSA.

Aldilà del merito si possono fare delle riflessioni di metodo. Ad esempio l’Italia non ha attivato la clausola di salvaguardia (a differenza di quanto taluni hanno riportato), al contrario di Austria, Francia, Grecia, Ungheria, Germania e Lussemburgo che, pur nel merito poi bocciata, l’hanno comunque adottata per bloccare la coltivazione (non il consumo) di specifici OGM nel loro paese.

L’Italia ha optato per chiedere una ben più laboriosa revisione a livello comunitario della valutazione dell’EFSA (favorevole all’OGM in questione, ma rispetto a linee guida precedenti a quelle oggi in vigore), con lo scopo non di bloccare la coltivazione di OGM nel nostro paese, ma in tutta Europa (la lettera e il dossier inviati da Balduzzi a Bruxelles sono stati pubblicati da Prometeus). Probabilmente, qualora Bruxelles o Parma non rispondessero in tempi rapidi, come è prevedibile, il nostro paese potrebbe sentirsi a quel punto titolato ad invocare la clausola senza ulteriori indugi.

Tralasciando i dettagli procedurali, quello che mi fa riflettere non solo rispetto all’Italia, ma anche a tutti i paesi che negli anni hanno invocato clausole poi invariabilmente bocciate, è il ruolo che viene assegnato alla scienza. Si può chiedere ad uno scienziato, ad un esperto, come stanno le cose sulla base delle evidenze disponibili, oppure si può ricorrere ad un consulente di parte che deve interpretare ed esaudire ciò che vuole il committente, pur mantenendo un manto di obiettività.

Non è difficile immaginare quale umiliazione sia per un vero esperto scrivere una valutazione tecnica la cui conclusione è già scritta (sono contento dell’imbarazzo evitato ai colleghi dell’Istituto Superiore di Sanità, visto che pare l’onere sia toccato questa volta al Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura) e, nel tempo, quale tipo di tecnici ed esperti questo atteggiamento verso la scienza possa selezionare.

Certamente si potrà dire che l’aver deciso, per gli OGM, di porre l’analisi e la valutazione scientifica dei rischi sanitari ed ambientali  ad arbitro di contese che sono anche di valori, quindi politiche, non poteva che portare a questi esiti. Ma è una visione cinica.

Quando c’è una situazione sgradita, a torto o a ragione, c’è sempre la scorciatoia di fingersi malati, di inventarsi una scusa, cavandosela con una bugia. L’esperienza di Pinocchio (burattino GM?) ci insegna che le conseguenze delle bugie (o verità parziali), a lungo o medio termine, però ci sono. Sempre.

@lucabuk

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