Il veleno bianco?

Ci sono degli alimenti che ultimamente suscitano una grande animosità in molte persone, soprattutto in chi pensa anche che i vaccini siano il risultato di una cospirazione di multinazionali e scienziati corrotti e maligni, che comprende una guerra malvagia contro quella benedizione, l’omeopatia, difesa da (pochi?) medici onesti.

Tra gli alimenti dalla parte sbagliata di questa culture war, c’è certamente la carne, i cereali con glutine e il latte, tutti deleteri per la salute. Il latte bovino, in particolare, se non crudo, è diventato oggetto di un’ossessione mondiale. Prova massima della sua nocività è naturalmente il fatto che le organizzazioni scientifiche di tutto il mondo, senza dubbio asservite agli interessi economici più biechi, ne raccomandano il consumo, tra l’altro, come fonte di calcio.

Questo è il retroterra con cui mi sono scontrato tempo fa, quando ho menzionato il rischio osteoporosi ad un’amica la cui famiglia per motivi di allergie non beve latte e quindi le sottolineavo l’opportunità di assicurare apporti adeguati di calcio da altre fonti.

La risposta è stata che il latte fa male perché in realtà il latte, per il suo effetto acidificante (fosfati, proteine) sul sangue, fa perdere calcio dalle ossa, e non aiuta a mantenerlo. Di conseguenza sarebbe meglio per tutti evitarlo.

La mia iniziale reazione è stato di fastidio nel trovarsi davanti all’ennesima bufala, del tipo che danneggia economicamente le famiglie, privilegia qualche azienda più astuta, e, in alcuni casi, mette a rischio la salute. Questo tipo di opinioni non si smontano però ripetendo le raccomandazioni ufficiali, ma solo andando a scavare tra le fonti scientifiche e avventurandosi in una materia indubbiamente complessa (ad incominciare da come si misura l’assorbimento del calcio).

Partiamo dall’ODS (Office of Dietary Supplements) degli americani NIH (National Institutes of Health):

si continua a raccomandare il consumo di latte, si afferma che il fosforo ha effetti minimi, che le proteine in realtà non hanno effetti particolari e che la frutta e la verdura hanno sì un effetto alcalinizzante (questo filone anti-latte fa parte del trend delle diete alcaline) che aumenta la ritenzione del calcio, ma gli effetti sulla densità delle ossa non sono dimostrati.

D’altra parte, negli studi più recenti si trova anche che il rapporto tra calcio e latte e rischi di fratture all’anca o di osteoporosi è più complicato di quanto sembrerebbe; studi recenti non indicano un vantaggio del consumo di latte o di incrementi del consumo di calcio oltre il livello più basso.

Un esauriente documento della Facoltà di Sanità pubblica di Harvard (lettura consigliata) suggerisce che con calcio e latte, per gli adulti, non si debba esagerare (cioè 235 ml di latte in media al giorno).

Scopro anche però che tre meta-analisi (degli stessi autori e su riviste di medio livello) hanno concluso che:

  1. un’associazione causale tra carico acido e osteoporosi non è supportata dai dati;
  2. non c’è evidenza che una maggiore assunzione di latticini, carne e cereali, quindi di maggiori fosfati, sia negativa per la salute delle ossa;
  3. nessuna evidenza che una dieta acida aumenti la perdita di massa minerale o il rischio di osteoporosi.

In sostanza, non c’è dubbio che il calcio serva per la salute delle ossa e che il latte apporti calcio; bere litri e litri di latte, oltre un consumo moderato, non porta però negli adulti ad ossa più resistenti all’osteoporosi. Questo non significa comunque che le ipotesi del carico acido (latticini, carne, cereali) sia vera; i motivi per consigliare un consumo moderato sono altri.

Quindi per essere chiari, non correte al frigorifero per svuotare il cartone del latte nel lavandino. Il latte va bene. Non è velenoso. Considerate di cambiare abitudini solo se trangugiate latte come fosse acqua (senza passare però dal latte alla Coca cola) e se non vi fate mancare formaggi e latticini a colazione, pranzo e cena (senza sostituire con junk food, però).

Più in generale, abbiamo evidentemente un’incertezza scientifica che riguarda anche le raccomandazioni alimentari; vedremo nei prossimi anni se e quali aggiustamenti vi saranno. Sicuramente una situazione interessante (e non da panico). Magari, alla fine, chi ha deciso di consumare molto meno latte avrà ragione, anche se per un motivo sbagliato. Magari la dieta alcalina si rivelerà non essere una totale follia.

Temo di non sbagliare a predire però che, se e quando agli anti-latte ideologici si darà un po’di ragione, chi oggi grida all’avvelenamento collettivo, prima lamenterà che non è abbastanza, per poi concludere, senza troppi problemi a fare una giravolta, che “scienziati alleati con le multinazionali ci vogliono togliere il latte (che, in realtà, fa benissimo)”.

@Lucabuk

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