Quanto tempo per una peer-review?

Non è durata sette giorni la soddisfazione per l’articolo sulla clonazione umana pubblicato la settimana scorsa su Cell. Il lavoro e la rivista sono ora sotto assedio dalla comunità scientifica a causa di errori presenti nella pubblicazione e riportati da un anonimo utente nel sito PubPeer, dove ricercatori possono commentare la letteratura scientifica.

Precisazione anti-panico: si, hanno pubblicato un articolo sulla clonazione umana e, no, non è quello che pensate. In biotecnologia medica, la parola ‘clonaggio’ non si riferisce [necessariamente] alla creazione di un gemello, ma alla creazione di cellule che sono gemelle. Queste cellule potranno essere usate per sostituire pezzi del corpo, per testare farmaci o per scoprire le cause delle malattie genetiche.

Una delle tecniche per ottenere queste cellule-clone si chiama Somatic Cell Nuclear Transfer (SCNT) ed è valsa il Nobel per la medicina a John B. Gurdon, pioniere di questi studi. Questa tecnica però non ha mai funzionato per il clonaggio di cellule umane. Almeno fino alla settimana scorsa.

Su PubPeer, il commentatore ha indicato un numero preoccupante di “disattenzioni nel lavoro”, tra cui duplicazione di immagini, grafici e strane correlazioni tra i dati.

L’articolo è firmato da Shoukhrat Mitalipov, un biologo della riproduzione alla Oregon Health and Science University in Beaverton ed importante nome della medicina rigenerativa. Già nel 2007,  Mitalipov aveva pubblicato la clonazione (con la stessa tecnica) di cellule di scimmia. Dopo essere stato raggiunto da numerose email di giornalisti ed editori, Mitalipov ha spiegato a Nature che la maggior parte delle critiche riguardano ingenui problemi di legenda delle figure, ma ammette che la pubblicazione contenga degli errori.

In particolare:

  • Due figure utilizzano le stesse immagini, solo tagliate in modo diverso. Questo non è un comportamento augurabile, perché aumenta il sospetto sulla fabbricazione dei dati. Mitalipov ammette di aver usato le stesse foto più volte a scopo dimostrativo, ma che la maggior parte delle critiche derivano dal fatto che le legende delle figure siano state invertite.

  • Due grafici rappresentanti l’espressione dei geni di cellule staminali embrionali (ESC) e quelle ottenute da Mitalipov (NTC), sono una la copia dell’altra. Mitalipov chiede venia e dice che provvederà alla correzione.

  • Altri due grafici sull’espressione di geni (microarray) farebbero pensare ad un artefatto, in quanto i dati sono troppo simili per essere due esperimenti distinti, piuttosto sono lo stesso esperimento “letto” due volte (replicato tecnico). A questo, Mitalipov replica che i dati sono esattamente quello che lui dice di essere, sebbene una uguaglianza del 99.8% suona davvero alta per gli esperti del settore, o certamente per il commentatore di PubPeer.

Conclusione? Mitalipov difende i suoi risultati ed anche il primo autore del lavoro, e si accinge a inviare ad altri 10 istituti di ricerca tutto il suo materiale.

A dire di un numero di esperti intervistati da Nature, gli errori sarebbero giustificabili per via della fretta e furia nella quale gli autori siano stati costretti a pubblicare.

L’articolo fu inviato a Cell il 30 Aprile e accettato il 3 Maggio, in meno di 4 giorni.

Questo fatto è, in toni distesi, un’imbarazzante pasticcio scientifico.

Una volta inviati ad una rivista, i dati di ogni ricerca vengono sottomessi allo scrutinio (anonimo) di esperti, per controllare (quanto possibile) l’autenticità dei dati, gli errori, e che le procedure lavorative corrispondano al metodo scientifico. Chiunque lavori in ricerca, può garantire che 3 giorni di peer-review sono essenzialmente impossibili. La correzione richiede più tempo (in media 3-4 settimane, dipende dalla rivista).

Considerando la delicatezza del tema, ed i precedenti casi di fabbricazione di dati sulla clonazione umana, la leggerezza degli editori ed un processo di peer-review di soli 3 giorni sta comprensibilmente turbando la comunità scientifica.

Chi fa scienza sa quanta pressione sia messa sulle spalle di un ricercatore quando deve pubblicare i propri risultati. Per quanto abbia i suoi limiti, il peer-review rimane il metodo migliore per disincentivare lavori inventati, o anche solo pubblicazioni affrettate, non chiare e che contengano errori.

Mitalipov difende gli editori di Cell, ma resta il fatto che quando pubblicò i dati sul clonaggio della scimmia, gli editori di Nature lo costrinsero ad aspettare 6 mesi affinché un altro laboratorio riproducesse i risultati. Entrambi i lavori vennero pubblicati contemporaneamente.

Difendere il valore della ricerca fatta-come-si-deve diventa arduo se la comunità scientifica stessa cede il passo all’impatto mediatico di una scoperta piuttosto che alle doverose verifiche della stessa.

Il progresso richiede tempo.

@riccardoguidi87

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