Il ragazzo si farà

Dopo le 2 parole a caldo di Davide Ederle, voglio dare anch’io un paio di spunti sull’evento di sabato scorso.

#italy4science è stato un successo? Non lo so.

Non posso rispondere oggi a questa domanda. Ma sicuramente, la manifestazione nata dalla volontà e dalla passione di tanti giovani studenti è un germoglio da coltivare e non un punto di arrivo. È stata una manifestazione bellissima, nuova, ma da migliorare e riproporre ancora, spesso, in una sua forma più matura e distante da momenti di picco mediatico e riflettori su casi concreti: perché la scienza non esiste solo quando ci sono scandali o puntate discutibili delle Iene.

Non ho avuto la possibilità di partecipare all’evento di Bologna, che ANBI ha supportato con il proprio patrocinio e contribuendo a portare due ricercatori eccellenti, non solo scientificamente ma anche per la bravura nella comunicazione, come Sergio Ferrari e Michele De Luca dell’università di Modena e Reggio Emilia. Oggi, da Copenhagen, ho passato in rassegna i social network ed i media, e posso dire che sicuramente la manifestazione promossa da Pro-Test Italia è stata seguita e partecipata.

Tuttavia, molti dei risultati delle ricerche fra le news di Google, ad esempio, riguardano polemiche inerenti le manifestazioni, più che la manifestazione in sé, con i suoi importanti messaggi ed i suoi valori.

Veniamo dunque ad alcune annotazioni e considerazioni.

A Bologna, la città dove lavoro e una delle sedi di #italy4science, ha fatto scalpore come, a fianco del patrocinio del Comune di Bologna, attento a problematiche scientifiche e culturali come queste, mancasse il patrocinio dell’Ateneo, che non ha concesso il proprio commitment alla manifestazione dei giovani studenti di biotecnologie, pur spesso parlando del l’importanza di comunicare la ricerca, e nemmeno offrendo uno spazio ai suoi studenti e molti dei suoi docenti, dove discutere di tematiche di così stretta attualità. Inoltre, mentre sulla pagina web di Repubblica Bologna si da spazio ad un articolo sui cerchi nel grano, non trova spazio nessuna menzione su una iniziativa che della scienza faceva la sua bandiera.

A Udine, dove il sindaco è il matematico ed ex Rettore Furio Honsell, lascia perplessi la polemica scatenata dagli animalisti sulla concessione del patrocinio comunale ad #italy4science. Normale? Beh, si, non fosse per la retromarcia e lo scaricabarile in seno al comune, quasi a disconoscere la paternità di quel patrocinio. Cosa non si fa per qualche voto?

Questi sono due esempi di come #italy4science sia risultato, usando un termine in voga in queste settimane, un fattore divisivo. Cosa che la scienza non dovrebbe essere. Credo che iniziative come queste dovrebbero essere maggiormente comuni nel tessuto culturale del nostro paese, per aumentare la facilità e la abitudine al dialogo fra posizioni diverse.

Voglio chiudere poi con un’altra nota di riflessione sull’atteggiamento di partecipazione ad iniziative di divulgazione pubblica.

La scienza necessita di essere divulgata ed è fondamentale il public engagement dei ricercatori al fine di informare, creare consenso, e dare gli strumenti per indirizzare e revisionare le politiche della scienza. È necessario, per fare ciò, una forte professionalità ed un training adeguato sulle competenze comunicative di tutti coloro che partecipano, animano e supportano in ogni modo iniziative come queste. Proprio perché #italy4science si propone come manifestazione per la corretta comunicazione scientifica è necessario che chi si spende in essi sappia comunicare la scienza e dialogare anche con chi non la capisce. Su questo dobbiamo ancora lavorare.

Ma come diceva De Gregori, in una sua bella canzone, “il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette…”

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