Nessuno S.A. cosa succede in politica

Oggi Prometeus ospita Giulia Corsini, una delle anime della manifestazione dell’8 giugno #italy4science e vice-presidente di Pro-Test Italia, per cercare di capire meglio cosa sta avvenendo sul fronte della Sperimentazione Animale nel nostro Parlamento e cosa c’è in gioco.

Buona lettura!

 

@DNAyx

L’Italia deve recepire la Direttiva 2010/63/UE. Qualcuno potrebbe pensare che sia solo l’ennesima. E invece no, questa volta ci giochiamo, nel suo recepimento, un bel pezzo della ricerca italiana, della didattica universitaria e anche la possibilità di poter accedere a determinate cure salvavita.

Soprattutto però ci giochiamo, di nuovo, la possibilità che la scienza possa contribuire alla stesura delle leggi di questo Paese.

La Direttiva 2010/63 si occupa di sperimentazione animale.

Princìpi e criteri direttivi per l’attuazione della direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 settembre 2010 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici

E’ il frutto di un importante compromesso ottenuto a livello europeo tra i ricercatori e i gruppi che si occupano della tutela degli animali (l’Eurogroup for Animals chiede che la direttiva venga applicata così com’è), un punto di equilibrio tra quelle che sono le esigenze della ricerca e il benessere animale.

La norma è già stata recepita senza modifiche da tutti i più importanti Paesi europei tra cui Gran Bretagna, Danimarca, Svezia, Francia e Spagna, mentre l’Italia, ci sta ancora pensando e, visto che è dal 2010 che deve recepirla, ora rischia anche salate multe.

Lo scorso 3 luglio il nostro Senato, discutendo su come recepire la Direttiva, ha approvato, sotto le pressioni dei gruppi animalisti, alcune modifiche che, se dovessero essere approvate anche dalla Camera, metterebbero in ginocchio la ricerca (e non solo) in Italia, ma sarebbero anche in contrasto con la Direttiva stessa, il ché significa altre sanzioni.
Ma vediamo di che modifiche si tratta.

Alcune sono già state trattate da Prometeus.

Tra le diverse proposte assurde vi è ad esempio quella di eliminare le esercitazioni didattiche con gli animali per i futuri zootecnici, agrari, biotecnologi e biologi, i quali si troveranno a lavorare con gli animali dopo la laurea senza una adeguata preparazione e con il rischio di farlo “come viene”!
Chi poi assumerebbe mai uno zootecnico che vede gli animali per la prima volta dopo laureato?

L’aspetto più inaccettabile delle modifiche proposte è però quello sugli xenotrapianti.

Nel nostro Paese sono circa 9 mila i pazienti in lista d’attesa per un trapianto, davvero si vuole vietare la ricerca per trovare nuovi sistemi sostitutivi o anche, più banalmente, di impiegare le valvole cardiache di origine biologica?

Tutti noi conosciamo almeno una persona che ha avuto un trapianto di valvole. Chi l’ha vissuto in famiglia, magari saprà anche che esiste oggi la possibilità di scegliere tra valvole biologiche e meccaniche, e tra queste esistono numerose differenze.

Le valvole meccaniche hanno certamente una vita più lunga rispetto alle valvole biologiche, ma obbligano ad assumere anticoagulanti ogni giorno, e un attento dosaggio che richiede mensilmente analisi del sangue. E’ inoltre statisticamente dimostrato che più si utilizza l’anticoagulante e più aumenta il rischio di eventi trombotici o emorragici.

Dal canto loro, le valvole biologiche hanno una vita media inferiore, ma, essendo biologiche, non presentano tutte le problematiche farmacologiche.

La maggior parte di queste valvole vengono da suini o bovini. Grazie a questa legge dunque potremmo ancora allevare e macellare 600 milioni di animali (senza considerare i pesci) per i nostri barbecue, ma non potremmo usarli per salvarci la vita.

 

Per la ricerca biomedica, in Italia sono utilizzati circa 1 milione (12 in tutta l’UE) di animali l’anno (di cui un buon 90% roditori – cifre nemmeno paragonabili a quelle degli animali eliminati nella derattizzazione e nelle disinfestazioni).

Visto che l’Italia conta circa 60 milioni di abitanti, nella S.A. sono impiegati meno di 1 animale ogni 5 abitanti.

 

Per l’alimentazione, sempre nella sola Italia, sono sacrificati circa 10 animali l’anno per ciascuno di noi.

 

Eppure impiegare animali per salvare vite non è forse più etico che impiegarli per soddisfare il proprio palato?

Tornando agli emendamenti e al vero problema di tutta la vicenda, queste modifiche tutte italiane alla Direttiva UE 2010/63 sono state apportate senza consultare né la comunità scientifica, né le Università e neppure gli Istituti di ricerca pubblici e privati che operano nel settore.

E’ come se, io che non so nulla di computer, proponessi e vedessi approvato un emendamento contro le schede madri, il tutto senza consultare neppure un informatico e, anzi, accusando gli informatici che rivendicano l’importanza delle schede madri di essere al soldo di Microsoft e Apple.

No, non fa ridere.

Giulia Corsini

 

Per approfondire

Pro-Test Italia

L’intervento dell’Accademia dei Lincei

La lettera dei ricercatori ai politici

La lettera di Garattini al Ministro della Ricerca

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