Quando lo Stato non fa lo Stato…

L’ennesimo pasticcio all’italiana si sta consumando. E come nella migliore delle tradizioni, ciò è avvenuto nottetempo, durante la sessione fiume di discussioni ed emendamenti sul cosiddetto “Decreto del Fare”.

Un emendamento della maggioranza prevede il taglio di 240 milioni di euro alle risorse destinate alle università più efficienti identificate dalla Agenzia Nazionale per la Valutazione della Ricerca (ANVUR).

Proprio pochi giorni dopo il mio auspicio che i risultati della VQR 2004-2010, di cui ho scritto nella mia rubrica su Prometeus, andassero ad impattare su una ristrutturazione organica del merito universitario.

Taglio indiscriminato? No, una riallocazione consistente nel 20% del totale identificato inizialmente come quota da allocare alle Università. Il beneficiario di questi 240 milioni è una fondazione pubblico-privata, la Fondazione per il Merito.

Perché togliere soldi alle Università meritevoli ed efficienti per darle ad una fondazione pubblico-privata? Ci saranno buone ragioni?

Armato di buone intenzioni, ho fatto una ricerca online per capire la mission di questa fondazione, nata nel 2011 per volere dell’allora ministro Gelmini e partecipata dal Ministero dell’Economia e dal MIUR, con questi obiettivi:

  • promuovere la cultura del merito;

  • incentivare la mobilità degli studenti verso gli Atenei più qualificati;

  • favorire l’autonomia dei giovani dalle proprie famiglie;

  • colmare la mancanza di un sistema di prestiti universitari in Italia permettendo al nostro Paese di uniformarsi alle migliori pratiche internazionali in materia di sostegno finanziario agli studenti universitari.

 

Oggi, dopo tre anni, questa Fondazione, dagli obiettivi totalmente meritori, non ha un sito internet, non ha un piano di sviluppo, né una strategia operativa. Uno dei punti di forza della Fondazione era mobilizzare fondi privati per facilitare il diritto allo studio. Obiettivo tuttora inevaso.

Perché questo? Perché demandare ad una fondazione una delle missioni dell’Università? Perché sottrarre risorse alle Università meritevoli, e non invece vincolare l’uso di quei fondi per fini specifici, come la mobilità e il diritto allo studio?

Domande legittime, che speriamo abbiano una risposta, qualora l’emendamento venisse approvato.

 

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