Il mon810 è uguale al convenzionale (anche se è meglio)

Questa la conclusione cui si potrebbe giungere riflettendo sulla disavventura in cui sono incorsi i vandali anti-OGM.

La notte scorsa un gruppo di attivisti anti-OGM si è introdotto nel campo di Silvano Dalla Libera per imbrattarlo e rendere così il mais inutilizzabile. Peccato fosse il campo sbagliato. Il buio a volte può fare brutti scherzi, o forse, più semplicemente, un campo di mais è pur sempre un campo di mais, con OGM o meno.

Ieri sono stati però diffusi anche i dati raccolti proprio in quel campo dai ricercatori.

“I risultati sono interessanti e confermano i valori già rilevati in Italia nel corso di diverse prove sperimentali – ha commentato il Prof. Maggiore – Come previsto, gli ibridi OGM non hanno presentato nessuna traccia di attacco di Ostrinia nubilalis, il lepidottero comunemente noto come piralide, che infesta le coltivazioni di mais tradizionale e genera micotossine estremamente tossiche per l’uomo”.

 

“Ancora più importante è quanto emerso sulla commistione da fecondazione, ha proseguito Maggiore. Oltre i 15 metri dalla fonte di emissione non si riscontra inquinamento da polline. Questo significa che per ottenere la coesistenza è sufficiente bordare i campi di mais geneticamente modificato con un massimo di 20 metri di ibridi di mais non OGM, una superficie che va mantenuta anche per evitare di favorire lo sviluppo di resistenze nelle popolazioni di Ostrinia nubilalis. Dai campioni analizzati emerge quindi che non c’è stata commistione da fecondazione con campi di altri produttori. Non si deve inoltre dimenticare che l’uso del mais ha generalmente valori di commistione più alti”

Oggi inoltre, nonostante il maltempo, si è proceduto con la trebbiatura del campo.

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