OGM: il prezzo della guerra alla scienza

Gli OGM sono un tema infiammabile, l’abbiamo capito.

Abbiamo anche capito che, se mai c’è stato, lo spazio per la scienza è esaurito. Lo sta a dimostrare la bocciatura (l’ennesima) da parte dell’EFSA di un Dossier, quello francese (anch’esso l’ennesimo), utilizzato per vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio.

Il verdetto è lapidario:

Nè le pubblicazioni scientifiche riferite al mais MON 810 citate nel dossier dalle Autorità Francesi nè gli argomenti avanzati dalla Francia rivelano nuove informazioni che invalidano le precedenti conclusioni riguardanti la valutazione del rischio e le raccomandazioni per la sua gestione

Giudizio scontato anche perché molte delle pubblicazioni citate in questo dossier risultano essere le medesime utilizzate nei precedenti dossier francesi già bocciati.

Si deve pertanto prendere atto, in particolare all’interno della comunità scientifica, che la questione non è in alcun modo legata ai risultati della ricerca o alla disponibilità di informazioni di qualità. Semplicemente il tema OGM ha raggiunto, per scelta più che per necessità, una polarizzazione tale da impedire una qualsiasi dialettica basata su fatti oggettivi.

Il dibattito in corso oggi tocca interessi e corde troppo tese per essere sereno e pacato e non sarà certo la volontà di pochi a porre rimedio a quella che è divenuta una vera e propria guerra.

 

In guerra, si sa, non c’è posto per i distinguo e il dialogo, in guerra occorre schierarsi, senza se e senza ma.

Quella cui stiamo assistendo oggi trascende la semplice bagarre politica tra posizioni ideologiche, o di interesse, ancorché inconciliabili.

3 sono in particolare gli avvenimenti recenti che alzano in modo preoccupante la temperatura del confronto su quella che, vale la pena ricordare, non è che una tecnologia,  nemmeno troppo invasiva, per il miglioramento genetico.

Confronto dell’espressione genica tra linee GM e linee mutagenizzate. I puntini che stanno sopra la linea nera rappresentano i geni con un’attività modificata. Nel quadrante blu quelli espressi molto meno (>2x), nel quadrante rosso quelli espressi molto di più (>2x), nel quadrante verde quelli espressi in modo diverso ma non troppo (<2x). I numeri rappresentano i geni con espressione modificata presenti in quel quadrante. Dalla figura è possibile osservare come la mutagenesi (a dx) abbia un effetto molto più importante sull’espressione dei geni della pianta rispetto alla transgenesi (a sx). Fonte: PNAS

 

3 elementi di preoccupazione

1) la richiesta da parte dei paesi europei di poter vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio su basi non scientifiche.

2) l’invenzione di un reato penale per chi coltiva piante GM, anche se regolarmente autorizzate a livello europeo (e quindi da considerarsi, sulla base dei dati scientifici disponibili, sicure per la salute umana e l’ambiente)

3) la richiesta da parte di diverse Ong di eliminare l’Advisor Scientifico del Presidente UE.

Questi 3 elementi di novità non vengono dal nulla, ma da lunghi anni di battaglie all’arma bianca che hanno sempre visto la scienza (come metodo per dirimere le questioni) e la ricerca (come strumento operativo per trovare risposte a domande di interesse pubblico) perdere, metro dopo metro, spazio e autorevolezza nel dibattito pubblico. Pensiamo alla distruzione degli ultimi campi sperimentali pubblici, imposta dal Governo nel 2012, o il copia e incolla italiano del dossier “scientifico” francese (all’epoca già bocciato) che ci è valso uno dei più brevi pareri nella storia dell’EFSA.

Il GMO Panel dell’EFSA ha notato che, nella documentazione di supporto, le Autorità Italiane fanno riferimento alle stesse preoccupazioni precedentamente sollevate dalla Francia. Queste preoccupazioni erano già state valutate dall’EFSA nella sua opinione, adottata il 7 maggio 2012, che concludeva che nessuna nuova evidenza scientifica fornita dalla Francia era in grado di supportare l’adozione della clausola di salvaguardia.

Si potrebbero citare anche molti altri casi, quali ad esempio la scarsa trasparenza con cui sono state erogate risorse, condotte ricerche e diffusi risultati ottenuti su questo tema nel nostro paese, ma il punto è un altro. La posta in gioco va ben oltre la simpatia o l’antipatia verso gli OGM, che altro non sono che una cartina tornasole.

Se si decide di abbandonare in modo definitivo, esplicito e consapevole l’approccio scientifico, su questo come su altri temi chiave (salute, energia,…), cosa impedirà l’arbitrarietà del diritto? Su quali nuove basi si potranno distinguere verità e menzogna? Quali nuovi criteri useremo per orientarci tra esperti e ciarlatani? Con quale competenza affronteremo le importanti sfide che attendono il paese?

Con quali strumenti impediremo la barbarie?

Mike Adams, fondatore di naturalnews, uno dei più influenti siti della galassia green, ha invitato a eliminare fisicamente coloro che sono favorevoli agli OGM, rei, a suo dire, di crimini contro l’umanità. Ricercatori inclusi (con tanto di sito collegato provvisto di “kill list”).

 

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“L’invito” di Mike Adams si fonda purtroppo su di un dato falso, ossia il nesso, inesistente, tra OGM e suicidi in India.

 

Un mito promosso da Vandana Shiva (attivista molto cara alle Università Milanesi che l’hanno anche coinvolta in EXPO2015) che non ha esitato a rilanciare su uno dei suoi siti “l’invito” di Mike Adams all’eliminazione fisica della controparte (inclusi probabilmente i ricercatori milanesi che si occupano della materia).

Dopotutto non aveva avuto remore a paragonare gli OGM a stupratori e chi è favorevole al loro utilizzo a coloro che sostengono la liceità dello stupro.

https://twitter.com/drvandanashiva/statuses/287397046447640576

 

Va tutto bene, no?

 

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