I 20 anni di EMA e la “rinascita” delle Biotecnologie

Luglio è tempo di primi bilanci, come noto.

E da una prima analisi di ciò che fino ad ora è stato il 2015, possiamo senz’altro dire che questo è destinato ad essere un anno da incorniciare per le biotecnologie italiane. Sfortunatamente, gli importanti risultati raggiunti dal nostro “ecosistema” continuano a passare per lo più sottotraccia, almeno nel nostro Paese e nella nostra Comunità. A dire il vero, osservo che i successi vengono adeguatamente celebrati dalla stampa generalista e di settore europea e talvolta americana, ma purtroppo noto una minore sensibilità da parte di quella nostrana. Come (troppo) spesso accade, in Italia si preferisce affrontarsi e dividersi sugli insuccessi e le problematiche piuttosto che unirsi per celebrare i successi. I più attenti avranno inteso che i successi a cui mi riferisco comprendano senz’altro la recente premiazione di MolMed SpA come azienda più innovativa nel settore biotech europeo, come discusso anche su queste colonne pochi giorni fa.

Ma c’è stato molto di più, un evento che non è esagerato definire “storico”.

Mi riferisco al rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio da parte della Commissione Europea del farmaco Holoclar avvenuta lo scorso Febbraio dopo che già a Dicembre dell’anno passato il Comitato per i Medicinali ad Uso Umano dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) aveva rilasciato parere favorevole. Holoclar è la prima stem-cell therapy, ovvero il primo prodotto medicinale per terapia avanzata (ATMP) a base di cellule staminali ad essere autorizzata da una delle tre più importanti Autorità Regolatorie mondiali. Il farmaco è frutto di un’attività di Ricerca e Sviluppo tutta italiana: dai laboratori del Prof. De Luca e della Prof.ssa Pellegrini dell’Università di Modena e Reggio Emilia a quelli di Chiesi Farmaceutici SpA. L’Europa prima degli Stati Uniti, l’Italia prima degli altri Stati Membri, la EMA prima della FDA. Un po’ di orgoglio per le Biotecnologie Italiane, una grande esperienza per il sistema regolatorio farmaceutico Europeo.

Di questo dovremmo parlare. Dovremmo parlare di più di scienza, del suo assetto normativo, delle sue ricadute sulla nostra vita.

Invece, i media nostrani, l’opinione pubblica e molti di noi sono più coinvolti da discussioni sulla pseudoscienza. Basta guardare la vicenda Stamina, tanto per citare un esempio. In questo, anche noi “addetti ai lavori” abbiamo delle responsabilità. Per questo invito tutti a impegnarsi per dare al 2015 la rilevanza che merita, e per riportare l’attenzione delle nostre discussioni su Scienza e Biotecnologie. Anche per questo, serve unità. Non posso che condividere le parole di Andrea Chiesi lette sul numero di Febbraio del Notiziario Chimico Farmaceutico quando sottolinea che due elementi importanti mancano in Italia:

“in primo luogo il Paese non crede nella ricerca e non la sostiene in modo strutturale e continuativo; in secondo luogo il nostro individualismo ci impedisce di fare squadra e mettere a fattor comune le risorse […]”.

Questa frase mi riporta a quanto precedentemente avevo già espresso: dobbiamo stare uniti e mettere a fattor comune le nostre competenze, le nostre risorse, le nostre capacità. Il 2015 è l’anno della prima terapia cellulare a base di cellule staminali approvata al mondo. Ma è anche il 20esimo compleanno di EMA. E’ l’anno in cui la pseudoscienza va a processo. Tutto ciò è frutto del lavoro di squadra di molte persone. Mi auguro sia anche l’anno in cui anche noi Biotecnologi decidiamo di lavorare insieme, tutti.

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