Stallo Scuole di specializzazione: ANBI promuove iniziative comuni

Nonostante le continue riforme del Sistema educativo Scolastico e Universitario, i vari Governi latitano da qualche anno nell’impegnarsi a garantire un diritto fondamentale per cui non sono richieste nuove normative ma semplicemente l’applicazione di quelle in vigore.

Tale diritto è la garanzia di accesso alle scuole di specializzazione del settore medico e sanitario anche ai laureati “non medici”, come anche ribadito da una Sentenza del Consiglio di Stato del Dicembre 2013.

A rendere ancor più grave il quadro, è la presa d’atto che a quasi tre mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e dalla conseguente attuazione del Decreto del 4 febbraio 2015 che impegnava MIUR e Ministero della Salute a pubblicare una normativa per l’accesso alle Scuole di Specializzazione anche per il personale “non medico”, tutto ancora tace.

Per questo motivo, abbiamo deciso di scrivere agli Ordini e Associazioni dei Professionisti che alla pari dei Biotecnologi, sono impossibilitati a perseguire il titolo di specialità obbligatorio per l’accesso ai concorsi pubblici del SSN promuovendoci come sostenitori di iniziative comuni per risolvere una situazione insostenibile e che si protrae ormai da 5 anni.

 

Al Presidente dell’Ordine Nazionale Biologi

Dott. Ermanno CALCATELLI

Al Presidente dell’Associazione Italiana di Fisica Medica

Dott.ssa Luisa BEGNOZZI

Al Presidente del Consiglio Nazionale dei Chimici

Prof. Armando ZINGALES

Al Presidente della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera

Dott.ssa Laura FABRIZIO

Al Presidente del Coordinamento Italiano Specializzandi in Area Sanitaria

Dott. Francesco CORRENTE

 

L’Associazione Nazionale dei Biotecnologi Italiani (ANBI), punto di riferimento per tutti i Professionisti del settore, da tempo ormai riceve richieste di informazioni e lamentele circa l’attuale stato legislativo delle Scuole di Specializzazione di Area Sanitaria per il Personale Laureato Non Medico. Il Consiglio Direttivo Nazionale, unitamente ai Soci, seguendo da vicino l’evolversi della situazione, rileva che lo stallo creatosi sta determinando non solo forti disagi ai nostri professionisti ma rischia di compromettere il futuro dello stesso settore lavorativo sanitario.

E’ ragionevole aspettarsi dunque che questo che si accinge ad iniziare sarà il quinto anno senza l’istituzione dei bandi di concorso per l’accesso alle Scuole di Specializzazione per i Biotecnologi e tutte quelle figure laureate “non mediche” che esercitano ruoli dirigenziali nella Sanità Pubblica e per i quali lo stesso titolo di Specialità è requisito obbligatorio per la partecipazione ai pubblici concorsi per tali posizioni nel Servizio Sanitario Nazionale (D.P.R. 10 dicembre 1997, n. 483 e Legge 401/2000).

A tale proposito, il Consiglio di Stato si era già espresso in merito imponendone l’immediata apertura attraverso la pubblicazione dei relativi bandi concorsuali (CONSIGLIO DI STATO – Sezione VI – Sentenza n. 6037 del 17 dicembre 2013 RIAPERTURA DEI BANDI DELLE SCUOLE DI SPECIALITÀ – Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso contro la Sentenza TAR Veneto che rigettava la richiesta di riaprire i bandi delle Scuole di specialità, da tre anni bloccati) e la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva nominato il dott. Massimo Cosenza quale Commissario ad acta per l’esecuzione della predetta Sentenza. Ciò ha portato alla determinazione per l’a.a. 2014-2015 del contingente globale di specialisti biologi, chimici e fisici da formare per tipologia di specializzazione relativamente ed esclusivamente per la regione Veneto.

Come si evince inoltre dal Verbale della Conferenza dei Servizi del 13 Aprile 2015 tenutasi presso la Sede del Ministero degli Affari Regionali ed avente come oggetto: Esecuzione della Sentenza – Sezione VI – n. 6037 del 17 dicembre 2013 RIAPERTURA DEI BANDI DELLE SCUOLE DI SPECIALITÀ, la dott.ssa Luisa De Paola in rappresentanza del MIUR, nel richiamare i contenuti della propria nota n.443 del 06.03.2015 nonché della stessa Sentenza, ha sottolineato che quest’ultima impone di dare attuazione all’Art. 35 del DL 368 del 17.08.1999 e cioè che, al pari di quanto accade per il fabbisogno dei medici per i quali il numero globale di fabbisogno da formare è determinato “per ciascuna tipologia di specializzazione”, è indispensabile che anche per il fabbisogno delle figure professionali dei “non medici”, esso venga determinato dal Ministero della Salute nello stesso modo (per ciascuna delle tipologie di Specializzazione di interesse del Servizio Sanitario).

Ancor più rilevante appare l’intervento successivo nel quale il MIUR ha sottolineato che la limitazione della rilevazione delle tipologie di Specializzazioni in oggetto alla sola Regione Veneto si configurerebbe come una attuazione solo parziale della Sentenza; ciò in quanto il richiamo contenuto nell’Art. 35 del DL n. 368/99, alla determinazione di specialisti da formare per tipologia di scuola è, a ben vedere, riferito al fabbisogno globale e pertanto, all’intero territorio Nazionale.

In occasione della Conferenza Stampa per la presentazione in Senato dell’interrogazione parlamentare n. 3-01469, i Senatori Luigi D’Ambrosio Lettieri e Andrea Mandelli avevano già opportunamente lanciato l’allarme sull’eventualità che gli specializzandi “non medici” non venissero citati nel Decreto Ministeriale per il Riordino delle Scuole di Specializzazione.

Su tale tema il giorno 11 febbraio 2015 nella seduta 375 è stata inoltre presentata alla Camera, dal Deputato Angelo Tofalo, un’interrogazione parlamentare a risposta scritta ed i cui destinatari sono stati proprio il MIUR ed il Ministro della Salute. In tale interrogazione viene ricordato che la legge n. 401 del 2000 – Norme sull’organizzazione e sul personale del settore sanitario – prevede l’equiparazione dei laureati «non medici» a quelli «medici» per quanto riguarda le modalità per stabilire il numero di laureati iscrivibili alle scuole di specializzazione. L’On. Tofalo ha altresì richiesto quali siano le motivazioni del mancato riordino delle scuole di specializzazione mediche di area Sanitaria con accesso Misto per i laureati Non Medici, eccetto che per farmacia ospedaliera, fisica medica e odontoiatria, decidendo di non integrarle nell’attuale decreto del 2015, ma di regolamentarle con un secondo, decreto ministeriale posto che in questo modo si creano, ad avviso dell’interrogante, forti discriminazioni e divergenze tra gli specializzandi «non medici» – biologi, fisici, chimici, farmacisti, odontoiatri – e soprattutto tra gli specializzandi medici e «non medici» che frequentano le medesime, scuole di specializzazione; quale siano le ragioni che hanno spinto i due tavoli tecnici tenutisi al consiglio universitario nazionale «Proposta di Linee Guida di Riassetto delle Scuole di Specializzazione di Area Sanitaria» il 15 ottobre e il 7 novembre 2014, in completa assenza di rappresentanze di non-medici, a prendere decisioni diverse e contrastanti rispetto al decreto ministeriale del 10 agosto 2005; quali siano le ragioni dell’assenza di tale decisione nella SCHEDA 6 della «Proposta di Linee Guida di Riassetto delle Scuole di Specializzazione di Area Sanitaria»; quali rappresentanze «non mediche» abbiano supportato ed appoggiato il piano di spostamento dei suddetti specializzandi nel percorso parallelo dal momento che le rappresentanze vengono costantemente ascoltate nelle sedi del consiglio universitario nazionale nonché al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

Nel frattempo sulla G.U. del 3 Giugno 2015 è stato pubblicato e reso attuativo il Decreto del 4 febbraio 2015 in materia di Riordino delle scuole di specializzazione di area sanitaria che impegnava MIUR e Ministero della Salute a pubblicare il DM per l’accesso alle Scuole di Specializzazione anche per il personale “non medico” entro i successivi 60 giorni, cosa che ad oggi ancora non è avvenuta.

Apprezzando l’impegno che gli Ordini e le Associazioni Professionali stanno proficuamente investendo nella risoluzione di quest’annosa problematica (ed es. vedi: prot. 15048/15/EC dell’ONB avente come oggetto: DM per il riordino delle Scuole di Specializzazione per area mista; prot. 051/2014 dell’AIFM avente come oggetto: risoluzione delle problematiche inerenti alla condizione degli Specializzandi di Area Sanitaria laureati “non medici”; Lettera del Presidente CISAS quale Resoconto XXXV Congresso SIFO),  riteniamo altresì che il comune sforzo e la collaborazione degli stessi Ordini ed Associazioni di categorie dei Professionisti in causa sia elemento imprescindibile per arrivare in tempi rapidi alla pubblicazione del Decreto di interesse e permettere l’emanazione in tutt’Italia dei bandi di accesso alle Scuole di Specializzazione per Personale “non medico”.

Ci proponiamo quindi per operare di comune accordo e concordare future azioni mirate e condivise con le altre Associazioni, Enti ed Ordini Professionali, al fine di promuovere ogni iniziativa finalizzata alla piena soddisfazione professionale e personale dei nostri associati e di tutti quei colleghi che ambirebbero, giustamente, ad una occupazione nel settore clinico e sanitario nazionale

Daniele Colombo

Presidente ANBI

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