Scuole di Specializzazione: ANBI dice no a professioni di serie B

Anche il Sole 24 Ore ha segnalato nei giorni scorsi che qualcosa si sta muovendo sul fronte delle Scuole di Specializzazione non mediche, annoso tema su cui ANBI ha lavorato molto anche nei mesi scorsi.

La CRUI – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane – ha approvato infatti il 17 marzo una mozione con cui chiede di far ripartire le Scuole di Specializzazione per biologi, veterinari, odontoiatri, farmacisti, fisici e psicologi ferme al palo da anni. Per farlo la CRUI propone una ricetta che risulta però indigesta a molti.

 La CRUI ritiene che tale situazione richieda interventi immediati che prendano atto, nell’attuale fase economica del Paese, dell’impossibilità di procedere al riconoscimento del trattamento di borsa di studio già previsto per i laureati in medicina e chirurgia anche per biologi, chimici, fisici, farmacisti, psicologi, odontoiatri e veterinari, e che pertanto vadano ricercate con massima urgenza soluzioni alternative che prevedano un regime diverso per l’erogazione della formazione specialistica ai laureati diversi da quelli in medicina e chirurgia

e aggiunge:

La CRUI, alla luce di quanto esposto, ritiene necessario richiedere al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, di procedere, nelle more di un più complessivo riordino della materia in un mutato quadro di risorse economiche, a conseguire l’immediata l’abrogazione dell’art. 8, comma 1, della Legge n. 401/2000

L’articolo 8, comma 1, della Legge n. 401/2000 recita che

Il numero di laureati appartenenti alle categorie dei veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi iscrivibili alle scuole di specializzazione post-laurea è determinato ogni tre anni secondo le medesime modalità previste per i medici dall’articolo 35 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, ferma restando la rilevazione annuale del fabbisogno anche ai fini della ripartizione annuale delle borse di studio nell’ambito delle risorse già previste.

Il punto nodale sono proprio le Borse di Studio per le quali da anni tutti gli specializzandi “non medici” hanno chiesto a gran voce il diritto, finora negato, di accedervi. Infatti, per quanto riguarda il numero di contratti di formazione per il triennio 2014-2017 è già sta determinato dalla Conferenza Stato-Regioni, con il documento del 7 maggio 2015, come previsto dalla legge. Il numero di contratti di formazione per l’anno accademico 2014-2015, ad esempio, ammonta a 213 veterinari, 137 odontoiatri, 253 farmacisti, 278 biologi, 119 chimici, 89 fisici, 265 psicologi.

Anche ANBI è scesa più volte in campo sulla questione, da ultimo partecipando al Tavolo di Lavoro e Confronto tra rappresentanze “non mediche” di area sanitaria, chiedendo una immediata riapertura delle Scuole di Specializzazione attraverso l’emanazione del Decreto per “non medici” e la predisposizione delle relative Borse di Studio.

A tutt’oggi purtroppo però non è stato emanato nessun Decreto per dare completa attuazione dell’art. 8, comma 1, della Legge n. 401/2000 e anche la relativa predisposizione delle Borse di Studio per gli Specializzandi “non medici” al pari di quanto avviene per i colleghi “medici”. Lo Stato, ora forte anche del parere della CRUI, sta invece chiedendo di legalizzare il fatto che i non medici siano specializzandi di serie B. ANBI, da sempre impegnata per il riconoscimento professionale, continuerà invece a impegnarsi perché non esiststano professionisti di serie A e professionisti di serie B.

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