Comunicare la ricerca. L’esempio di Sciworth...

Perchè un ricercatore dovrebbe comunicare la ricerca al grande pubblico? I motivi sono diversi, ma tutti collegati tra loro: Nessuna ricerca è interessante per le persone fino a che non ne sentono parlare. La ricerca desta interesse quando se ne comprendono applicazioni e utilità Le informazioni fornite direttamente dallo scienziato sono più precise e suscitano più fiducia Le persone interessate alla scienza ritengono che il governo dovrebbe finanziare la ricerca E’ più facile che venga finanziata una ricerca attorno alla quale si è già creata un’opinione pubblica Queste motivazioni sono alla base della recente nascita...

Sickweather: il social network per i virus

Sickweather a prima vista potrebbe sembrare solo un social network per ipocondriaci, ma è un’applicazione che, se diventa popolare,  potrebbe rivelarsi utile anche ai ricercatori che hanno bisogno di  tracciare in tempo reale la diffusione di virus e malattie. Sickweather si basa su un algoritmo che elabora circa 600.000 Tweet e status Facebook pubblici al mese, cercando frasi come “mio figlio ha la febbre”, e riporta poi i risultati su una mappa. L’applicazione traccia 23 sintomi diversi, raggruppati in 4 categorie: respiratorie, gastrointestinali, ambientali, malattie del’infanzia. Come nasce Sickweather?...

Scienza a fumetti

Un anno fa ho iniziato questa rubrica parlando di ScienceOnLine, il maxi convegno sulla comunicazione scientifica che si tiene annualmente a Raleigh (USA).  Lì ho affrontato seriamente per la prima volta il tema della comunicazione della scienza a fumetti,  un medium poco esplorato da noi, ma che nel mondo anglosassone è ampiamente utilizzato con ottimi risultati soprattutto nel campo della comunicazione medica rivolta ai giovanissimi; l’esempio più noto: MediKidz. Se ne parlerà anche quest’anno, una delle sessioni titola infatti, “Science + Comics + Internet: Continuing the Conversation”, a conferma che...

Presentare una ricerca in 7 minuti

Capita sempre più spesso che alla conferenze internazionali vengano assegnati solo 7 minuti per esporre la propria ricerca, soprattutto se si è giovani ricercatori. Sette minuti sono veramente pochi per presentare una ricerca, anzi a volte sono appena sufficienti a introdurre un argomento così esteso e complesso, e mi capita di sentir dire altrettanto spesso che non vale la pena di partecipare con così poco tempo a disposizione. Invece vale sempre la pena di provarci, basta modificare la struttura della presentazione, mettendo da parte la tradizionale struttura IMRAD (introduction, method, research and discussion) per prendere a prestito...

Comunicare la ricerca nei blog

Qualche anno fa avrei iniziato questo post dicendo che il primo passo da fare per comunicare la ricerca scientifica è individuare il pubblico di riferimento. Oggi non abbiamo la possibilità di conoscere il nostro pubblico, o almeno non come avveniva prima dell’avvento dei social media. Oggi, attraverso le condivisioni su Facebook, Twitter, Google plus, i nostri articoli raggiungono le persone più disparate, e il nostro pubblico di riferimento potrebbe essere una nicchia piccolissima rispetto a tutte le persone che ci leggono realmente. Definire il pubblico non è più importante? No, lo è ancora, ma dobbiamo modificare il nostro...

Gli hashtag più popolari in laboratorio

Quali sono gli hashtag più popolari usati da medici e da biotecnologi? Spesso quando twittiamo mettiamo il simbolo del cancelletto davanti alle parole che vogliamo evidenziare, ma l’hashtag non è un semplice grassetto è qualcosa di più: è un’etichetta che serve a catalogare e raccogliere intere conversazioni. Immaginiamo di essere davanti al nostro portatile intenti a scrivere un documento. Quando lo salviamo, non lo salviamo in cartelle con nomi di fantasia, ma in cartelle con nomi che ci aiutano a identificare e ritrovare i contenuti. L’hashtag ha la stessa funzione del nome di una cartella, ci aiuta a trovare le...

Comunicatori di oggi e di ieri insieme a MCSopen

MCSopen è nato al Master in Comunicazione delle Scienze di Padova. Potremmo definirlo un evento, ma preferisco pensarlo come al momento di avvio, di quella che spero sia una lunga serie di momenti in cui giovani e professionisti si incontrano per condividere e generare nuove idee. E qualche idea dal primo MCSopen è già nata, e proveremo a metterla in atto nei prossimi mesi. Il lancio “Sabato 16 novembre, alle 10.00, tra le mura di pietra di un castello del 300, metteremo insieme le pietre per costruire un castello di fiducia nel mondo digitale che ci permetterà di levare gli scudi contro la pseudoscienza, non dall’alto di una...

Academia.edu, il social per secchioni

Academia.edu è una delle piattaforme più usate per condividere articoli di ricerca online. Grazie all’eccellente ottimizzazione del sistema di ricerca Academia.edu offre una visibilità in rete decisamente superiore a quella che si può ottenere attraverso un blog personale o utilizzando altri strumenti di condivisione. Anche se Academia.edu è pensata per promuovere gli articoli pubblicati in riviste scientifiche, la sua vera utilità per un ricercatore, sta nella possibilità di condividere la letteratura secondaria: paper, poster o presentazioni di un convegno, dispense didattiche, articoli pubblicati nei media, libri, tesi o...

Google plus e Slideshare, il poster scientifico di...

Google Plus e Slideshare, uno strumento nuovo e uno vecchio, ma entrambi molto efficaci per allungare la vita del proprio poster. Iniziamo dal più noto Slideshare, un servizio di condivisione di presentazioni, che recentemente ha inserito la possibilità di inserire infografiche diventando lo strumento ideale per caricare file “pesanti” come l’immagine di un poster. Perchè dovremmo caricare il poster scientifico su Slideshare? Perchè la diffusione del nostro lavoro contribuisce a farci conoscere anche al di fuori del nostro ambito di ricerca: dall’industria privata e, perchè no, dai giornalisti che cercano...

Scienza su Facebook: come migliorare la visibilità...

Facebook è un social network. E’ uno di quei luoghi virtuali dove le persone vanno per conversare in modo più o meno sincrono con amici e familiari. Farsi spazio in questo ambiente con una pagina che parla di scienza non è cosa facile, per quanto i nostri post possano essere interessanti, l’attenzione dei follower va prima agli aggiornamenti di status degli amici.  Bisogna competere per l’attenzione, ma non solo, bisogna anche essere pronti ad affrontare la penalizzazione impostaci dall’algoritmo di Facebook che decide chi tra i nostri follower vede (e chi non vede) i nostri aggiornamenti. Con Edgerank, il precedente...