Un Natale ai frutti di bosco? Meglio di no

Siamo in clima natalizio e vacanzierio, prima però di dedicarci ai festeggiamenti, vorrei ricordare un paio di cose importanti.

Primo, in Italia, le autorità, contrariamente all’usanza di un po’ tutto il mondo, di solito non ritengono opportuno ricordare le buone regole per cucinare in sicurezza (spero sempre di essere smentito, ma finora non è successo).

Ma sbagliano perché a Natale ci sono tante circostanze che possono aumentare i rischi: cibi elaborati, frigoriferi troppo pieni, avanzi, e così via.

Inserisco quindi il link ai consigli della FDA, confidando nella conoscenza dell’inglese dei lettori o almeno nell’efficacia di Google Translate.

Per fortuna in Europa non cuciniamo di solito i tacchinoni americani, e questo ci rispiarmia qualche complicazione (ma poi ci mettiamo funghi non controllati, teniamo gli alimenti cotti a temperatura ambiente, tagliamo l’insalata sul tagliere del pollo crudo, ecc).

Secondo, prosegue l’epidemia di epatite A, con che ritmi non è dato sapere per pubblico silenzio.

Di sicuro con poca informazione ai consumatori, con richiami sussurati, con le ASL che riportano i casi solo se ne hanno voglia, con i richiami di prodotti fatti con il contagocce (nonostante l’epidemia si attende la conferma analitica spesso impossibile) c’è solo da sperare che finisca da sola, con meno casi possibile

Intanto è meglio non mangiare prodotti con frutti di bosco congelati (torte e gelati compresi); se proprio si deve, bollirli (ma a quel punto non è meglio la marmellata?).

Se servono per fare gelati o simili, meglio lasciare stare ed appendere un cartello per spiegare alla clientela il provvisiorio no (del resto è la scelta di varie catene di supermercati, a quanto pare).

Come sempre, quando non si agisce con decisione, il problema finisce per colpire le aziende tutte, comprese quelle che hanno lavorato bene. Il Ministero propone questa locandina che non si capisce bene dove andrà affissa, visto che i supermecati non ne avranno l’obbligo, ma almeno ripete l’unica cosa che si sapeva dall’inizio: finché ci sono lotti contaminati in giro (e ci sono), l’unica è bollire.

@lucabuk

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