Pseudo-scienza alla BBC – Prima puntata: il caffè delle 9.30

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A fine anno, si sa, si tirano le somme. Siamo andati in palestra? Abbiamo messo da parte i soldi per le vacanze? Abbiamo chiesto quell’aumento che ci meritavamo?

A tirare le somme è anche la BBC che, attraverso il suo quotidiano online BBC News Magazine, fa la lista delle 100 fantastiche nuove cose che abbiamo scoperto nel 2013. Nella lista c’è di tutto, da un Papa con un passato da buttafuori, al gene che dà il colore caratteristico alle tigri bianche del Bengala. Tutto fa brodo.

Ma a quanto pare c’è anche spazio per quella che viene chiamata pseudo-science: ovvero una notizia impacchettata e presentata come solida ricerca scientifica, con fatti, numeri e dati, ma che in realtà è un’astrazione, frutto di una speculazione su pochi dati, di una ricerca non propriamente condotta o con un nascosto interesse commerciale.

Certi media sembrano particolarmente propensi a diffondere questi “studi” perché alternativi, “giornalisitici” e ad alto interesse per il pubblico. Sul cattivo uso e diffusione della pseudo-science da parte dei media, vi rimando ad altri maestri.

Tornado alla nostra lista, ho trovato almeno una decina di notizie che mi hanno fatto alzare un sopracciglio: dalla scoperta che le persone con la faccia larga (da orecchio a orecchio) siano più cattive, al fatto che uomini con tick nervosi siano i migliori impiegati. Ce n’é davvero per tutti i gusti.

Qui per voi, una raccolta in quattro puntate della più succosa pseudo-science presentata dai media nel 2013.

Pseudo-science di tipo I (l’ipotesi): L’ora migliore per bere il caffè? Tra le 9.30 e le 11.30, ‘dicono i neuroscienziati’

from Flicker (CC) - The U.S. National Archives

from Flicker (CC) – The U.S. National Archives

Nel Novembre 2013 c’è stata un’esplosione in rete: decine di blogger riportano come sia stato “scientificamente provato” che il momento migliore per bere il caffé non sia al mattino presto, ma dopo le 9.30. A quell’ora, infatti, vi assicurate che quell’espresso al bar vi svegli davvero.

Ma mi raccomando, però, non più tardi delle 11.30!

La BBC ripesca la ricerca da un magazine australiano, ma nella rete tutti cadono “nella rete” di questa pseudo-science. Il Telegraph intitola: “Secondo i neuroscienziati, il momento migliore della giornata è dalle 9.30 alle 11.30”.

Gli fanno eco il FastCompany, Life Haker, Popular Science ed un infinito sottobosco di blog e magazine.

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Google Search alla notizia del caffé delle 9.30

Ma quali test ed esperimenti sono stati fatti, e da chi, per arrivare ad una simile conclusione, precisa come un orologio?

Nessuno. I “neuroscienziati” non sono altro che uno studente di dottorato, Steven Miller, della Uniformed Services University of the Health Sciences del Maryland. L’idea che il caffé sia meglio dopo le 9.30 è frutto di una sua pura speculazione, che riporta nel suo blog.

Lo studente scrive che certi studi (da lui non citati) indicano che tra le 8.30 e le 9.30 l’ormone “cortisolo” è al suo massimo nel nostro sangue. Siccome il cortisolo è un ormone responsabile per molte funzioni fisiologiche (incluso il risveglio – di nuovo, senza citare la fonte), se esso è già ai suoi massimi di prima mattina, bere una tazza di caffè non servirebbe a molto.

Se volete leggere per intero il volo pindarico, il post è qui.

L’autore del blog sembra essere un appassionato dottorando con la fissa per la comunicazione scientifica, ma è stato poco prudente nello scrivere la cosa. Date il tempo a qualche notiziario di scovare questa succosa pseudo-science in rete, ed ecco che avrete un’ondata incontrollata. Come nel gioco del telefono senza fili, dalla speculazione di uno studente si è arrivati a “The Scientifically Best Times To Drink Coffee During The Day“.

Per fortuna, qualche nerd* in rete si accorge del problema, e lascia un commento sul post dello studente:

“la tua è solo la descrizione di un’ipotesi, ma non ci sono le prove che questa speculazione sia vera”.

Di tutta risposta, l’autore ci rimanda ad una lista di 175 articoli su PubMed su “caffeina & cortisolo”. Non mi metterò certo a leggerli tutti, ma i primi 20 non contengono nessuna prova di quello che sarebbe il momento perfetto per un caffè, o che la caffeina, insieme al cortisolo, sia una combinazione inutile nell’aumentare attenzione e facilitare il risveglio.

Questo caso è interessante perché spesso, in medicina alternativa o tra i guru del nutrizionismo – per esempio -, sebbene certe ipotesi suonino del tutto plausibili, esse non hanno alcuna ricaduta reale.

Per esempio l’idea che la vitamia C possa essere la panacea per molti mali, perché ridurebbe (in provetta) i radicali liberi (<- spiegazione plausibile). Rigorosi studi non mostrano miglioramenti nell’invecchiamento, nel prevenire il cancro e nemmeno il raffreddore**.

Certe ipotesi rimangono spesso sospese, ma se formulate dalla giusta figura (magari un medico, o un influente membro della società come un presentatore televisivo o un politico) possono sfuggire totalmente dal controllo, e nelle mani sbagliate possono arrivare ad estremismi, come il pretendere che la vitamia C (in soggetti senza particolari carenze) possa curare l’AIDS (perché si, hanno detto pure questo).

Ecco quindi descritta la pseudo-science di primo tipo: una catena di spiegazioni del tutto logiche ma che, nella vita reale, non hanno alcun impatto. Vi ricorda qualcosa?

Nella prossima puntata: non sapete la grammatica? Rimorchierete di meno!!! Non sapete la matematica? Pubblicherete per la BBC…

@riccardoguidi87

*ricordo che nel mio vocabolario, un ‘nerd’ è un prezioso membro della società (in cui egli è perfettamente inserito) che conoscendo approfonditamente certe materie decide di mettere la sua conoscenza al servizio degli altri.

**mi sto cacciando in un guaio: ora mi aspetto ondate di commenti di persone che abbiano: A) bevuto succo di arancia – possibilmente biologica – da 10 anni e mai avuto il raffreddore; B) una lista di 200 articoli scientifici che indicherebbero tutto il contrario di quello che scrivo; C) una serie di spiegazioni del tutto logiche per le quali le vitamie, in tutti i supplementi e tutte le forme, “facciano bene”.

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