Scienza a fumetti

Un anno fa ho iniziato questa rubrica parlando di ScienceOnLine, il maxi convegno sulla comunicazione scientifica che si tiene annualmente a Raleigh (USA).  Lì ho affrontato seriamente per la prima volta il tema della comunicazione della scienza a fumetti,  un medium poco esplorato da noi, ma che nel mondo anglosassone è ampiamente utilizzato con ottimi risultati soprattutto nel campo della comunicazione medica rivolta ai giovanissimi; l’esempio più noto: MediKidz.

Se ne parlerà anche quest’anno, una delle sessioni titola infatti, “Science + Comics + Internet: Continuing the Conversation”, a conferma che c’è ancora molto da imparare e da esplorare. A guidare le conversazioni sarà Katie McKissick , ex insegnante di biologia, che scrive comic e disegna app per imparare la scienza giocando. Su Twitter lei è  @beatricebiology. C’è anche già un hashtag:  #scioComics.

Comics Elena Milani

Scienza a fumetti di Elena Milani, www.memotak.com

Inutile dire che sarò in prima fila durante la sua sessione, anche perchè ho trovato l’argomento talmente intrigante che ne ho subito parlato alla mia classe di studenti al Master in Comunicazione delle Scienze di Padova.  E qualcuno ha colto la sfida.

Una delle studentesse del Master, Irene Teso alias@Polly_Bates, ha deciso di scrivere la sua tesi su questo argomento e, grazie alla collaborazione di un’azienda partner, che le ha fatto sviluppare un progetto sul campo, ha realizzato un semplice fumetto che verrà distribuito nelle scuole e sarà parte di un progetto educativo più ampio.

La sua tesi “Comunicazione scientifica e adolescenti: il fumetto come modello“, che suggerisco di leggere, illustra il panorama della scienza a fumetti e racconta la sua esperienza nel progettare un fumetto da diffondere nelle scuole, offrendo spunti interessanti su come si disegna una storyboard e su cosa influenza la scelta di layout, font e colore.  E’ sicuramente un testo utile sia a chi vuole saperne di più, sia a chi cerca indicazioni su come realizzare un fumetto di questo tipo.

Cristina Rigutto on Google+

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