Comunicare la ricerca. L’esempio di Sciworthy

Perchè un ricercatore dovrebbe comunicare la ricerca al grande pubblico? I motivi sono diversi, ma tutti collegati tra loro:

  1. Nessuna ricerca è interessante per le persone fino a che non ne sentono parlare.
  2. La ricerca desta interesse quando se ne comprendono applicazioni e utilità
  3. Le informazioni fornite direttamente dallo scienziato sono più precise e suscitano più fiducia
  4. Le persone interessate alla scienza ritengono che il governo dovrebbe finanziare la ricerca
  5. E’ più facile che venga finanziata una ricerca attorno alla quale si è già creata un’opinione pubblica

sciworthy comunicare la ricercaQueste motivazioni sono alla base della recente nascita di Sciworthy, una piattaforma collaborativa dove postdoc e ricercatori fanno conoscere il loro lavoro attraverso brevi articoli non tecnici, che riassumono in modo semplice le loro pubblicazioni, contribuendo a dare autorevolezza alla fonte e ad arginare il proliferare di di comunicazione pseudoscientifica.

Graham Short il fondatore di Sciworthy spera di attirare l’attenzione di vecchi e nuovi media sulle ricerche condotte da scienziati e laboratori, e trasformarle in notizia, raggiungendo così un pubblico più vasto, stimolando l’interesse per la scienza, e sollecitando l’opinione pubblica sulla necessità di finanziare la ricerca.

Gli articoli seguono tutti lo stesso formato, iniziano con una breve introduzione alla ricerca che fa uso di strumenti visivi o metafore, seguita da una descrizione più approfondita e dal link alla pubblicazione originale.

Non mancano gli esempi di siti collaborativi anche in lingua italiana,  ma Sciworthy si differenzia da molti dei portali nazionali per la grafica snella e l’impatto visivo che è coerente con il format degli articoli e  il pubblico cui si rivolge.  Un esempio tutto da seguire non solo per i grandi portali, ma anche per i piccoli blog di laboratorio.

Un esempio?  Brainew,  un blog-diario che chiaramente nasce alla passione dei ricercatori che vi lavorano, e che vogliono far sapere alle famiglie dei pazienti su cosa stanno lavorando. Un esempio molto semplice, ma forse proprio per questo più semplice anche da imitare.


Articolo di Cristina Rigutto

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