L’altra faccia degli antibiotici

Questa settimana su Nature il gruppo di patologi guidati da Dan R. Littman dell’Università di New York ci aiuta a capire come mai l’uso prolungato di antibiotici possa portare a malattie del tratto digerente, in particolare ad infiammazioni croniche dell’intestino (dette IBD).

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Come probabilmente avrete capito da un pezzo (attraverso riviste specializzate o tramite il martellamento di alcune pubblicità di yogurt) la flora intestinale gioca un ruolo essenziale nel proteggere il nostro organismo. I batteri che vivono dentro di noi ci tengo letteralmente in vita: digeriscono il nostro cibo, producono le nostre vitamine ed istruiscono il nostro sistema immunitario. In condizioni normali, infatti, il sistema immunitario non produce anticorpi contro la flora intestinale, preservandola all’interno del nostro corpo. Ma in malattie come le IBD si pensa che il corpo reagisca in modo smoderato contro la flora, la attacchi e la comprometta, provocando infiammazione e dolore.

Nel cercare di valutare il ruolo degli antibiotici nella formazione di IBD, i ricercatori americani hanno scoperto che animali trattati estensivamente con antibiotici (che hanno ridotto la loro naturale flora intestinale) hanno un sistema immunitario propenso ad attaccare nuovi batteri pronti a ri-colonizzare l’intestino.

Come mai?

Considerando le schifezze che mangiamo (…) il nostro corpo ha strategicamente piazzato parecchie “cellule di sorveglianza” nell’intestino. Queste cellule si chiamano dendritiche (per gli amici DC), e sono specializzate a catturare tutto quello che potrebbe rappresentare un pericolo (germi, virus) e presentarlo ad altre cellule del sistema immunitario con la domanda: “dobbiamo attaccare questo?”.

In condizioni normali, le DC campionano l’intestino in cerca di patogeni, e catturano così anche batteri benigni della flora stessa (un po’ una pesca a strascico). Ma non arrivano molto lontano: si fermano nelle prime zone di sorveglianza, dove i primi agenti immunitari non fanno nulla, e la cosa finisce li. I ricercatori americani hanno scoperto che se il corpo è sprovvisto di flora intestinale (causa antibiotici) queste DC si spingono ben oltre le prime linee di polizia, ed arrivando fino ai linfonodi, i quartier generali del sistema immunitario, strillando: “fate qualcosa!”. Nei linfonodi risiedono i centri di produzione di anticorpi, che così partono all’attacco.

La flora intestinale quindi si garantisce la propria sopravvivenza perché impedisce a queste cellule-fattorini (DC) di portare un messaggio di allarme fin agli alti centri di comando. Al momento, non si sa ancora che cosa della flora intestinale sia necessario per questo fenomeno, ma gli scienziati sono riusciti a bloccare la risposta immunitaria re-introducendo solo batteri morti, indicando che potrebbe essere sufficiente qualche molecola misteriosa per evitare che le DC mandino falsi segnali di allarme ed attivino il sistema immunitario contro la propria flora intestinale.

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