Più scienza in Parlamento con #iostoconlascienza

Prometeus ripropone la lettera inviata ai Deputati, con un background tecnico e scientifico, da parte della Federazione Europea delle Biotecnologie e dall’Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani sul tema della mozione anti-OGM in discussione alla Camera. L’invito è a diffonderla con l’hashtag #iostoconlascienza.

Onorevole Deputato,

ci rivolgiamo a lei perché tra i colleghi in Parlamento ha una formazione scientifica e pertanto è più sensibile al rapporto tra scienza e società.

 

Come ben saprà, all’ordine del giorno della Seduta di questa mattina c’è in discussione la mozione “concernente iniziative in merito alla diffusione in agricoltura di organismi geneticamente modificati”.

 

In questa mozione si parte dal presupposto che l’innovazione scientifica è in contrasto con la difesa del made in Italy, si citano studi (fra i quali quello di Seralini) che la comunità scientifica e l’EFSA hanno duramente bocciato, e si afferma che vasta parte della comunità scientifica esprime perplessità sulle colture transgeniche, nonostante già da tempo le Società Scientifiche italiane, che rappresentano più di 15.000 ricercatori, abbiano firmato dei consensus documents sia sulla sicurezza alimentare degli OGM (2004) che sulla coesistenza (2006), a sostegno della sicurezza d’uso di queste tecnologie.

 

Ci appelliamo alla sua sensibilità e alla sua formazione scientifica: ora più che mai c’è bisogno che la voce della Scienza entri in Parlamento e che questa mozione, che mette in bocca alla scienza cose che essa non dice, non passi, per far passare il messaggio che c’è bisogno, anche in Italia, di politiche basate sulla scienza e non contro di essa.

 

Difendere i nostri prodotti tipici non è in contrasto con l’innovazione, mentre bandire senza distinzioni il biotech in agricoltura dal nostro Paese, come recita il testo della mozione, significherebbe condannare l’Italia al passato, mentre molti altri paesi promuovono vere politiche di ricerca ed innovazione, scegliendo dove investire e come usare le nuove tecnologie nell’alimentazione anche per difendere le loro produzioni.

 

Andrebbe ricordato poi che la tradizione di oggi è l’innovazione di ieri. Molti prodotti tipici Italiani, come il riso carnaroli (1945) o il pomodoro di pachino (1989) hanno solo qualche decina di anni di vita.

 

Difendere il Made in Italy significa consentire quindi innanzitutto la sua capacità di rinnovarsi e creare nuova tradizione e questo è possibile solo grazie alla ricerca e, perché no, anche allo sviluppo di prodotti biotech italiani, per difendere le nostre tipicità e competere sul mercato con le tanto osteggiate, ma solo a parole, multinazionali, andando verso la reale sostenibilità di un sistema agro-alimentare italiano sempre più a rischio e sempre più dipendente dall’innovazione prodotta all’estero. Basti ricordare che il mercato del mais nazionale, fondamentale anche per i nostri prodotti tipici di punta, è dominato da 3 multinazionali e che le ditte sementiere nazionali raggiungono tutte assieme percentuali a una cifra.

 

Ci sono inoltre, ferme in un cassetto, già soluzioni in grado di recuperare tanti prodotti tipici della nostra agricoltura che aspettano solo un clima più favorevole per essere sviluppate: alleghiamo un documento prodotto già nel 2003 all’Università di Milano che dimostra proprio come il made in italy possa trovare nelle biotecnologie avanzate uno dei suoi più importanti alleati.

 

L’Italia è fra i paesi che ha chiesto con più forza di applicare in Europa una regolamentazione molto stringente sugli OGM, perché questo sembra corrispondere alle sensibilità dei cittadini: ora che seguendo quelle regole un prodotto autorizzato viene messo in campo, il Parlamento italiano vuole disattendere quelle stesse regole invocando una clausola di salvaguardia non giustificata da nuove evidenze scientifiche e pertanto, fin dalle sue premesse, infondata, come candidamente ammesso dallo stesso Ministro De Girolamo.

 

Manca in questo paese, ancora una volta, quella certezza delle regole che non consente agli imprenditori, italiani e stranieri, di investire, e che da sempre viene identificata come una delle cause principali per la mancata crescita del nostro Paese.

 

Il nostro Paese può guidare il suo sviluppo, o inseguire quello imposto dagli altri.

 

Dipenderà anche dal suo personale contributo e dalla sua capacità di portare quel metodo scientifico che ci è così caro in Parlamento: c’è bisogno in quelle stanze di più Scienza e lei è tra i pochi che può portarvela. Non si tiri indietro.

 

Prof. Francesco Lescai
Consiglio Direttivo, European Federation of Biotechnology

Dott. Tommaso Scarpa
Presidente, Associazione Nazionale dei Biotecnologi Italiani

 

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