Decreto “sblocca-ricerca”: ok dal Consiglio dei Ministri

Via libera in Consiglio dei Ministri al decreto che semplifica l’attività degli Enti pubblici di ricerca (EPR), 21 in tutto, di cui 14 vigilati dal MIUR.

Il provvedimento definisce un riferimento normativo comune eliminando molti dei vincoli gestionali previsti per la Pubblica Amministrazione, con un sistema di regole più snello e più appropriato alle esigenze del settore. Recepita anche la carta Europea dei ricercatori per garantire più libertà di ricerca, portabilità dei progetti, valorizzazione professionale, adeguati sistemi di valutazione.

Secondo il Governo, il provvedimento permetterà di ridurre la burocrazia -attraverso procedure di acquisto e di conferimento incarichi semplificate- e garantirà assunzioni più libere, mediante abolizione dell’autorizzazione Ministeriale per il reclutamento che sarà libero entro il limite dell’80% del proprio bilancio, misura volta anche a favorire  il rientro dei cervelli 

“Il provvedimento approvato oggi – rileva il Ministro Stefania Giannini in una nota – toglie molte catene al sistema, è uno ‘sblocca-ricerca’. Finalmente gli Enti vengono equiparati alle Università in termini di autonomia statutaria e gestionale. La ricerca la fanno le persone. È quindi essenziale che i nostri EPR possano avere meno vincoli sul fronte delle assunzioni e meno burocrazia. Più ricercatori abbiamo, più il sistema sarà competitivo. Le misure approvate oggi sono essenziali per il rilancio del sistema che ora sarà più libero, autonomo e anche finanziato, grazie a quanto previsto dal nuovo Programma Nazionale per la Ricerca. Si tratta comunque – chiude il Ministro – di un’autonomia responsabile, che consentirà di assumere più giovani e di chiamare personale anche dall’estero con più facilità, ma che sarà poi valutata nella sua efficacia”.

La Conferenza dei presidenti degli Enti di ricerca, tramite la voce di Massimo Inguscio, Presidente del Cnr, ha espresso soddisfazione per il decreto. “Il provvedimento concretizza infatti i principi della legge delega sulla pubblica amministrazione, in particolare quello della semplificazione normativa di cui all’articolo 13, che riconosce anche l’autonomia e la terzietà degli Enti di ricerca, il loro ruolo strategico per il Paese e la loro specificità nell’ambito della pubblica amministrazione. Dopo più di venti anni – osserva Inguscio – si realizza anche per gli enti di ricerca dei vari ministeri la piena autonomia organizzativa gestionale di cui già godono le università”.

 

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