Agricoltori vs. Monsanto, ancora sconfitti

Monsanto si trova ancora una volta al centro delle polemiche e dei contenziosi brevettuali negli Stati Uniti. Questa settimana la multinazionale ha infatti vinto in appello contro una coalizione di associazioni, produttori di sementi e agricoltori di colture biologiche, che chiedevano di impedire al colosso dell’agrochimica di perseguirli per l’utilizzo di semente involontariamente contaminata da OGM.

In diversi casi, agricoltori che vantavano coltivazioni del tutto biologiche e per questo avevano ottenuto le necessarie certificazioni, hanno scoperto che le piante dei propri campi contenevano tracce del transgene Roundup Ready. Ciò si potrebbe essere verificato per un errore umano o per il trasporto da parte del vento di pollini GM da altre colture.

In ogni caso, gran brutta sorpresa per questi coltivatori, il cui business si basa proprio sull’utilizzo di piante non-OGM e sulla possibilità di esportare i propri prodotti anche in paesi che hanno bandito per legge gli OGM.

Questi agricoltori, però, erano soprattutto preoccupati che la Monsanto iniziasse contro di loro una delle innumerevoli cause per l’utilizzo illecito di materiale coperto da brevetto.

Oltre il danno, la beffa, come si suol dire.

Ancora una volta, la Corte di Appello ha dato ragione a Monsanto, concludendo che non vi erano i fondamenti per la controversia, dato che la multinazionale si è impegnata a non intraprendere azioni legali nei confronti dei coltivatori, il cui raccolto contenga involontariamente tracce di geni GM coperti da brevetto. Di fatto, però, Monsanto si è rifiutata di firmare un vero e proprio accordo e la decisione della Corte si è basata su una dichiarazione pubblicata in un breve paragrafo del sito web del colosso.

Un po’ poco per far dormire sonni tranquilli agli agricoltori di colture contaminate.

Questo è per lo meno il punto di vista riportato dalla maggior parte dei media. Certo, dopo il caso dell’agricoltore canadese Percy Schmeiser, è lecito chiedersi se anche questa vicenda non sia un tentativo da parte degli agricoltori di evitare di pagare le royalties dovute a Monsanto e rimanere intoccabili.

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