Il DDL anti-innovazione in agricoltura

L’11 dicembre è stato approvato alla Camera il Disegno Di Legge “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” la cui discussione in Senato è iniziata il 9 Gennaio scorso.

Il testo non si limita alla semplice promozione dell’agricoltura biologica però, nel farlo infatti cerca di imporre una preminenza di questa forma di agricoltura sulle altre penalizzando in particolare la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative.

Il DDL disciplina:

le azioni per la salvaguardia, la promozione e lo sviluppo della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico, compresa la semplificazione amministrativa, e i mezzi finanziari
per il sostegno alla ricerca e alle iniziative per lo sviluppo della produzione biologica, la realizzazione di campagne di informazione e di comunicazione istituzionale, nonché la promozione dell’utilizzo di prodotti ottenuti con il metodo biologico da parte degli enti pubblici e delle istituzioni.

Sono molteplici i passaggi che spiccano nel DDL, in particolare:

L’equiparazione della già molto criticata agricoltura biodinamica, a causa delle sue pratiche esoteriche, all’agricoltura biologica;

La mancata revisione dei sistemi di controllo che oggi porta a una non indipendenza tra controllato e controllore che lascia ampie aree grigie;

La promozione di corsi di laurea e dottorati di ricerca sul biologico, cosi come l’obbligo per legge di destinare quote significative dei fondi del Cnr e Crea per l’agricoltura biologica;

Il lancio di un Piano d’azione nazionale per la produzione biologica e i prodotti biologici che non ha eguali per le altre forme agricole. Un Ministero dell’Agricoltura dovrebbe quantomeno prevedere un Piano d’azione nazionale per tutto il sistema agricolo nazionale, di cui il biologico rappresenta solo una piccola parte;

Una revisione al passato delle pratiche di produzione delle sementi biologiche.

Alla luce di questo nei giorni scorsi sono stati presentati in Senato due documenti, uno promosso dai Presidi delle Facoltà di Agraria e da AISSA (Associazione delle Società Scientifiche Agrarie), FISV (Federazione Italiana Scienze della Vita) e ANBI (Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani), un secondo, firmato da esperti della materia, che compie un’analisi puntuale dei limiti del DDL evidenziandone le problematiche.

Come Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani ci auguriamo che in Senato avvenga un’ampia revisione del testo che inverta l’ottica del DDL e, partendo dai bisogni produttivi, ambientali e sociali del Paese, porti al disegno di un piano di sviluppo sostenibile per l’intero sistema agricolo e alimentare, senza dimenticare il ruolo fondamentale che l’innovazione ha sempre svolto in questo contesto e a cui non si potrà mai rinunciare.

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