La I-522 non etichetta gli OGM, ma non è questo che conta

Dopo il fallimento della Prop 37 californiana nel novembre 2012 (51,5 vs. 48,5), fallisce anche l’Initiative-522 (55 vs. 45) che avrebbe voluto rendere obbligatoria l’etichettatura degli OGM nello Stato di Washington. I prodotti derivati da OGM per ora dunque restano ancora assimilati negli USA a tutti gli altri alimenti.

In Europa esiste invece dal 2003 l’obbligo di etichettatura per i prodotti contenenti più dello 0,9% di OGM. Tale soglia vale sia per i prodotti convenzionali che per quelli biologici.

Sebbene il dibattito su entrambe queste proposte ha visto contrapporre, almeno sui media, i movimenti anti-OGM alle grandi corporations, la scienza non ha mancato di offrire il suo contributo alla discussione, seppur con scarsa soddisfazione come ben illustrato da Kevin Bonham su Scientific American con un pezzo dal titolo significativo: Perché questo dibattito mi fa schifo.

Bonham spiega

Se etichettare o meno non è una questione strettamente scientifica, gli argomenti usati in favore dell’etichettatura sono però basati su questioni che possono essere affrontate dalla scienza. In generale, perché si vuole etichettare il cibo?

 

Nutrizione: Le evidenze scientifiche indicano che non ci sono differenze nutrizionali tra le colture GM e la loro controparte convenzionale.

 

Sicurezza: Le evidenze scientifiche indicano che gli alimenti geneticamente modificati (almeno quelli oggi sul mercato) sono sicuri per il consumo.

 

Informazione?: Le aziende sono già oggi libere di etichettare i loro prodotti come senza-OGM, o di farseli certificare come biologici.

Concludendo

Probabilmente dovremmo avere leggi che obblighino tutti gli alimenti a cui non è stato rimosso il DNA a riportare: “ATTENZIONE: Prodotto che contiene geni”. Le leggi per l’etichettatura fin qui proposte non sarebbero più informative per i consumatori.

In effetti non pare che il fare una corretta informazione scientifica nei confronti dei consumatori sia la principale preoccupazione dei promotori di queste proposte di legge.

E sono gli stessi attivisti a spiegare che, nonostante negli ultimi 20 anni abbiano sempre “perso”, non è un problema e come, in un’ottica di lungo termine, i vincitori siano sempre loro.

Facendo leva sulle paure della gente per il biotech e la chimica, sono riusciti a costruire un impero economico che oggi vale 80 miliardi di $ nei soli USA e che è in grado di investire milioni di $ (20 solo per sostenere la prop. 37) per continuare ad alimentarle.

La strategia adottata è semplice, 5 semplici elementi che spiega fin troppo chiaramente Ronnie Cummings, fondatore dell’Associazione dei Consumatori Biologici americana. Una spiegazione che tutti i ricercatori e i divulgatori scientifici dovrebbero leggersi per capire quanto poco hanno da dire in questa storia. Nella strategia degli anti-OGM, e nei motivi del loro successo, infatti non c’è spazio per la scienza, perché la scienza non ha nulla a che vedere con essi.

 

Commenti

commento/i