Le superfici OGM crescono ancora, per il 19mo anno consecutivo

E’ uscito il consueto rapporto 2015 dell’ISAAA che traccia il bilancio delle semine di OGM a livello mondiale. Il 2014 ha registrato la cifra di 180 milioni di ettari coltivati con OGM, una superficie equivalente a una quindicina di volte la superficie agraria italiana e che si presenta in costante aumento per il 19mo anno consecutivo.

Non mancano comunque gli spunti di riflessione. Il più significativo dei quali nasce guardando la mappa delle coltivazioni e delle colture GM.

ISAAA - OGM Crops 2014

Mappa delle coltivazioni OGM nel mondo.

L’Europa è fuori dal mondo

Le principali economie del pianeta, in particolare quelle emergenti, hanno deciso di non rinunciare all’innovazione resa possibile dagli OGM. Certo, ognuno lo ha fatto fatto a modo suo, ma nessuna di esse ha detto no senza se e senza ma come fino ad ora abbiamo fatto noi.

Inoltre, a livello globale, non solo le superfici coltivate con OGM sono importanti, ma stanno anche arrivando sul mercato nuovi caratteri interessanti come ad esempio la tolleranza a siccità (nel 2013 investiva 50.000 ettari, nel 2014 ha sfiorato i 300.000, più dell’intera superficie europea a OGM), o la patata Innate a basso contenuto di acrilamide o ancora l’erba medica a basso contenuto di lignina. Segno che aperta la strada all’utilizzo, si apre la strada anche alla ricerca di nuove soluzioni a problemi che, OGM o non OGM, esistono.

La Comitatologia non è un male necessario

Il Bangladesh ha aperto alla coltivazione della melanzana resistente agli insetti, una coltura pensata per il consumo umano diretto e per questo al centro di contestazioni e veti in diversi altri paesi. Lo ha fatto attraverso una procedura di autorizzazione, science-based, che ha richiesto meno di 100 giorni.

Se pensiamo che in Europa autorizzare la patata Amflora ha richiesto 14 anni, a causa di un sistema autorizzativo incentrato sulla cosiddetta “Comitatologia” che dà molto più peso alla politica (e ai suoi veti) che alla scienza, qualche interrogativo sulla sua efficienza viene naturale. Per inciso, Amflora, una volta autorizzata, è stata subito bloccata dalla Corte di Giustizia Europea per motivi procedurali.

Cavallo che vince non si cambia

Un altro dato significativo è la propensione da parte degli agricoltori, dopo averli provati, a ricoltivare OGM. Questo fatto trova probabilmente le sue ragioni in quanto è stato evidenziato dalla meta-analisi condotta da Klumper e Quaim che hanno rilevato che

In media, l’utilizzo degli OGM ha ridotto l’uso dei pesticidi del 37%, ha incrementato le rese del 22% e aumentato il reddito degli agricoltori del 68%. Gli aumenti di resa e la riduzione dei pesticidi sono stati più significativi per le colture resistenti agli insetti piuttosto che per quelle tolleranti agli erbicidi. Il guadagno di resa ed economico è stato maggiore nei paesi in via di sviluppo piuttosto che in quelli sviluppati.

Chiaro dunque che, per un agricoltore cui è lasciata la libertà di coltivare, l’opzione offerta dagli OGM si presenta come allettante.

 

Resterà da capire se, con la nuova normativa appena approvata in Europa, anche il vecchio continente, come qualcuno auspica, riuscirà a scrollarsi di dosso il torpore autorizzativo e finalmente smetterà di autoescludersi (come continente) dall’innovazione agraria pur utilizzandola a piene mani per sostenere il suo sistema agroalimentare.

Infografica riassuntiva del rapporto ISAAA.

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