Caso OGM – Infascelli: intervista a Enrico Bucci

Enrico Bucci, che si è formato presso l’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del CNR di Napoli e ha un dottorato in Biochimica e Biologia molecolare conseguito fra Italia e Germania, sta giocando un ruolo centrale nella vicenda che ha investito il gruppo di Federico Infascelli, che avrebbe manipolato le immagini dei propri lavori scientifici per “mostrare” una pericolosità degli OGM.

E’ a lui, che è stato fino al 2014 un ricercatore CNR e che oggi guida una startup che si occupa di estrazione e analisi dei Big Data nel settore delle Scienze della Vita e della Salute, che la Senatrice a Vita e ricercatrice Elena Cattaneo si è rivolta per verificare la bontà dei dati pubblicati negli articoli firmati da Infascelli e il suo gruppo.

Prometeus ha voluto sentire la sua voce per cercare di fare luce su di un caso che avrà importanti ripercussioni (nel bene o nel male a seconda di come verrà gestita) sulla scienza italiana e la sua credibilità.

Innanzitutto, com’è finito in questa storia?

Per rispondere è necessario risalire all’indietro di vari anni. Quando abbiamo cominciato ad utilizzare la letteratura biomedica con procedure automatiche e su larga scala per fare delle predizioni ci siamo ben presto accorti che le predizioni ottenute erano poco robuste, vale a dire che variavano molto a seconda del numero e dell’indipendenza degli articoli scientifici considerati. Nel tentativo di ottenere dati maggiormente coerenti, abbiamo provato ad eliminare dal computo gli articoli scientifici ritrattati, ma questo non cambiava quasi mai nulla. Abbiamo allora deciso che, invece di condurre analisi basate sul processing dei testi degli articoli (cioè di quello che gli autori sostengono) bisognasse estrarre dagli articoli i dati presentati a supporto, che in biomedicina sono rappresentati spessissimo da immagini, grafici, tabelle eccetera.

Abbiamo trovato che immagini che avrebbero dovuto essere riproducibili e coerenti tra lavori diversi – per esempio i western blot di proteine estratte nelle stesse condizioni dagli stessi campioni – erano molto più variabili dell’atteso. L’analisi da parte di un osservatore umano di diversi western blot ha portato alla scoperta di potenziali manipolazioni, per cui abbiamo sviluppato una procedura automatizzata e generale di processing delle immagini in grado di identificare almeno le manipolazioni più grossolane.

E l’avete applicata su larga scala?

Sì, e quando abbiamo fatto i primi esperimenti su alcune migliaia di articoli scientifici, ci siamo accorti che in effetti la manipolazione delle immagini nelle pubblicazioni biomediche è diffusa ad un livello inaccettabile, rendendo di fatto inaffidabile qualsiasi discussione basata su letteratura scientifica che non abbia passato prima un vaglio di autenticazione, come descrivo in un mio libro recentemente pubblicato.

Ed è per questo che Elena Cattaneo è venuta da lei?

Nel discutere questo problema con la comunità scientifica sia nazionale che internazionale, a quel tempo non c’erano procedure o regolamenti nazionali per affrontare il problema, ho avuto modo di conoscere la senatrice Cattaneo, che ha immediatamente compreso la gravità della situazione e mi ha coinvolto nell’analisi di alcuni documenti particolarmente rilevanti per l’attuale dibattito. Tra questi vi erano alcuni articoli contenenti dati presentati dal professor Infascelli in Senato e che a lei erano apparsi manipolati. Se ne era accorta fortuitamente, la stampa di uno di questi articoli su una carta grigia, invece che bianca, aveva fatto risaltare una zona che sembrava cancellata in una particolare fotografia di una gel-elettroforesi.

E quindi è toccato a lei condurre una analisi più accurata dei lavori di Infascelli. Cos’ha scovato?

Ho trovato una serie piuttosto lunga di manipolazioni, in 7 articoli e in una tesi di dottorato, riconducibili al gruppo del professor Infascelli. Tutti questi lavori erano dedicati alla discussione dei rischi inerenti all’uso di mangimi contenenti OGM in alimentazione animale. Successivamente è risultato che una certa parte di queste manipolazioni erano state già identificate da altri ricercatori in sede internazionale che poi hanno fatto squadra con i ricercatori italiani che si stanno occupando della vicenda.

Il gruppo di Infascelli sta collaborando a far chiarezza?

Per quanto mi è dato di sapere le analisi si sono svolte in assenza di una qualunque risposta dal gruppo di Napoli.

Può farci un paio di esempi concreti di quanto avete trovato?

Per le immagini invito a visionare direttamente la mia presentazione. Vorrei commentare in particolare la slide numero 17. Questa mostra come la raffigurazione di un gel pubblicato nel 2010 sulla rivista Animal, in figura 1, sia probabilmente alterata. In particolare, il lane (la colonna, ndr) che dovrebbe corrispondere al controllo negativo è prodotto attraverso la cancellazione di una estesa regione, come evidente in falsi colori o ad alto contrasto. Ancor peggio, questa stessa immagine sembra essere riutilizzata in un lavoro su Small Ruminant Research del 2015, in cui i campioni dichiarati originariamente come provenienti da sangue e latte diventano magicamente campioni di colostro.

Enrico Bucci - Slide 17 - Infascelli - OGM

Enrico Bucci – Slide 17 della presentazione dedicata ai lavori di Infascelli sugli OGM

Infascelli sostiene che però gli esperti che lui ha contattato confermano la correttezza delle immagini da lui pubblicate…

Non so a cosa il professore possa riferirsi visto che sino a questo momento non è stato possibile esaminare risposte sue o di altri autori nel merito. Nell’unico caso di cui io sia a conoscenza in cui è stata fornita una risposta, questa è stata giudicata dalla rivista, su cui i dati erano stati pubblicati, come insufficiente, arrivando quindi alla prima ritrattazione. Peraltro, nemmeno nel caso dell’articolo poi ritrattato è stato possibile avere accesso ai dati originali; la mia impressione è che, se ve ne sono, questi non potranno che confermare l’avvenuta manipolazione delle immagini. Del resto non è in discussione se i dati originali, finora mai mostrati, supportino o meno le conclusioni di un gruppo di ricerca: si tratta invece di capire se sia accettabile che un dibattito rilevante per l’intero Paese, come quello sugli OGM, possa essere basato su immagini riciclate, manipolate, alterate al livello che ho reso recentemente pubblico. Prima di essere pro- o anti- OGM, abbiamo diritto a dati puliti, soprattutto da parte di ricercatori pubblici. Anche per questo, ho iniziato un’analisi a tappeto su migliaia di articoli che discutono dei rischi per la salute collegati al consumo di OGM – umano o animale che sia. Come cittadino, ancor prima che ricercatore, mi interessa sapere quali sono gli studi e le evidenze solide (pro o anti OGM) su cui basare il dibattito, ancor prima che questo cominci.

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