L’EMBO Journal sul Metodo Stamina: perché bisogna leggerlo

Oggi nella mia rubrica non vorrei parlare, per una volta, di brevetti, ma fare un invito alla lettura.

Qualche giorno fa un gruppo di scienziati tra i più accreditati nella ricerca sulle staminali ha pubblicato su Embo Journal un commento sulla vicenda Vannoni, già ben sintetizzato da Prometeus.

Nell’articolo, gli esperti, italiani e stranieri, lanciano un appello all’Unione Europea perché monitori l’esito dell’esame alla Camera del decreto Balduzzi sulle staminali (già approvato dal Senato il 10 aprile scorso) e intervenga nel caso il Parlamento italiano dovesse violare le norme europee e classificare le iniezioni di cellule come trapianti, sottraendole al controllo dell’Agenzia italiana del farmaco.

L’articolo è lungo ben sette pagine e tratta argomenti complessi, come il possibile meccanismo di azione delle cellule staminali e le normative vigenti per i diversi tipi terapie. A prima vista, chiunque non sia un esperto nel campo delle cellule staminali o coinvolto direttamente nella vicenda potrebbe essere scoraggiato dalla lettura.

Nulla di più sbagliato.

Al contrario, l’articolo è di una chiarezza e di una completezza eccezionali anche per chi ha soltanto una conoscenza di base sull’argomento: un ottimo esempio di efficiente comunicazione scientifica. Spiega le basi scientifiche delle terapie con le staminali, indica quali patologie siano ad oggi curabili, chiarisce il razionale delle norme sull’approvazione delle cure, e molto altro. Soprattutto, fornisce le fonti e le ragioni di ogni affermazione, un ingrediente che rende la ricetta convincente non solo per uno scienziato, ma per una qualsiasi mente pensante. Certo, gli autori hanno una posizione ben precisa sulla faccenda, ma la motivano e la supportano puntualmente.
L’articolo sottolinea come

il caso italiano sia unico e occasione di preoccupazione globale, perché costituisce la prima vicenda nel mondo occidentale che rischia di aprire una breccia nella vitale barriera regolatoria costruita proprio per tutelare i pazienti da possibili frodi.

Purtroppo in questo paese molti sono convinti che le regole siano strumenti utilizzati contro gli interessi dei cittadini, quando al contrario sono state create proprio per proteggerli.
In questo caso, secondo gli autori 

i pazienti sono ingannati nel credere che le norme (e la prudenza di scienziati e medici) siano a discapito dei loro interessi e non si rendono conto che abolire queste norme costituisce un pericolo per la loro salute, spiana la strada agli avventurieri e disgrega i sistemi sanitari pubblici, distruggendo gli sforzi volti a una traslazione responsabile della scienza in medicina sprecando inoltre i fondi stanziati per la sanità.

Il mio consiglio dunque, a chiunque sia interessato alla vicenda Vannoni ed ha un minimo di dimestichezza con l’inglese, è di leggere con calma questo articolo e di riflettere sul suo contenuto.
Il consiglio è in particolare rivolto ai nostri deputati, possibilmente prima che prendano delle decisioni sul decreto Balduzzi.

@AlessandraBosia

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