La Sen. Cattaneo: si vuole bloccare la ricerca in Italia

Anche Prometeus ripropone la lettera inviataci ieri dalla Professoressa, e Senatrice a Vita, Elena Cattaneo che pone l’attenzione su quanto sta avvenendo in Parlamento sui temi della Sperimentazione Animale.

Mi permetto di allegarvi il resoconto stenografico (link) di alcuni interventi in Parlamento tenuti lo scorso giovedì nel corso delle discussioni sul benessere animale che hanno finito per dedicarsi, nei termini che leggerete, alla sperimentazione animale. In particolare, vi invito a leggere gli interventi dei Senatori Taverna (M5S), De Petris (SEL) e Bonfrisco (FI-PdL) – quest’ultima tra le maggiori sostenitrici del metodo Stamina in Parlamento – e altri, oltre al pregevole intervento della Sen.ce De Biasi (PD). Domani, martedì 5 maggio, si ultimerà la discussione e si voteranno le mozioni.

Da questi interventi penso si possa evincere che alcuni parlamentari sono, in questo caso, ignari dei temi di scienza e salute di cui discutono, arrivando a:

(i) falsare la realtà dei fatti;

(ii) sostenere proposte che, se adottate, si renderebbero pericolose per la salute umana e il benessere della società;

(iii) disconoscere il valore, l’eticità e l’importanza della sperimentazione animale nella comprensione della fisiologia e della patologia umana e animale;

(iv) offendere la dignità e la fatica di migliaia di giovani ricercatori italiani e meno giovani docenti e scienziati che ogni giorno si ostinano a lavorare in Italia, nonostante il disinteresse e le avversità, per scoprire nuove spiegazioni e cure per tutti, dipingendoli come individui non interessati al benessere animale e dediti alla “vivisezione”;

(v) sminuire l’impegno costante dei ricercatori nel migliorare e ridurre il numero di animali impiegati nelle sperimentazioni;

(vi) rinnegare di fronte ai malati l’impegno a far sì che ogni strada razionale sia perseguita per trovare rimedi alle loro malattie;

(vii) definire la sperimentazione animale “un’odiosa pratica” sostenendo che un computer potrebbe “sostituirsi ai test di cancerogenicità delle sostanze” con l’obiettivo “di abbandonare progressivamente l’uso degli animali a fini scientifici fino alla completa sostituzione” visto che nonostante tanta ricerca “l’ictus non è curato” e solo in Italia ogni anno vi sono “mille casi di cancro”;

(viii) sminuire le conquiste della sperimentazione clinica e della regolamentazione in ambito sanitario che prevede necessariamente prove nell’animale prima del passaggio all’uomo;

(ix) far credere che alcune ricerche scientifiche (quali?) non servono per salvare le persone ma “le tasche delle società farmaceutiche”.

Ricordo anche che tempo addietro, altri senatori PD affermarono sui media che la sperimentazione animale è superabile grazie ai “microcircuiti cellulari e all’epidemiologia”, parole che si ritrovano in alcuni passaggi delle mozioni -attualmente in discussione – di altri partiti e che sostengono che “modelli virtuali e organi su chip, studi su cellule staminali umane, strumenti quali la genomica, proteomica, metabolomica e screening ad alta capacità potrebbero sostituire gli attuali metodi e arrivare a un radicale cambio di paradigma nella ricerca medica e tossicologica” e che “attraverso la promozione dei metodi alternativi, si potrebbero ridurre sia i rischi sull’uomo che le pene degli animali; lo scenario scientifico nazionale ed europeo è sempre più rivolto alla loro promozione. Negli Stati Uniti, a sostenerne lo sviluppo con ingenti investimenti sono le massime autorità scientifiche e amministrative: il Wyss Institute con l’università di Harvard e il Dipartimento della difesa hanno dato il via a un progetto da 37 milioni di dollari per aiutare a sviluppare 10 organi ingegnerizzati, tutti uniti in un unico sistema per replicare un “human body on a chip”, che può essere usato rapidamente per valutare le risposte del corpo umano a nuovi farmaci o a potenziali danni chimici”.

Saremo destinati a non poter studiare e ricercare per il benessere di tutti se, da parte nostra, delle istituzioni di ricerca, dei giovani e meno giovani ricercatori di ogni laboratorio, dei rettori, dei direttori dei centri di ricerca di ogni disciplina, non si prova a fare qualcosa, mobilitando tutte le risorse mediatiche a cui ognuno di noi può accedere, cercando di spiegare ai cittadini ogni aspetto del nostro lavoro, trasmettendo messaggi più efficaci, insistendo sulle conseguenze sanitarie e i rischi di un peggioramento per la salute umana dei nostri figli e nipoti che deriverà dal rinunciare parzialmente o completamente alla sperimentazione animale, in virtù di metodi alternativi che noi sviluppiamo e che sappiamo bene essere solo complementari.

A tal fine, lo scorso anno in Senato, avevo promosso e realizzato con la Commissione Igiene e Sanità l’evento “Sperimentazione animale e diritto alla conoscenza e alla salute” facendomi carico di raccogliere le sintesi che trovate in questo libretto. Lo scorso marzo, l’Accademia dei Lincei ha realizzato un ulteriore evento sul tema (leggi gli interventi e ascolta la registrazione del convegno). Tra gli interventi spero possiate trovare utili riflessioni e dati.
Io credo che dobbiamo continuare a dare argomenti a chi riesce a comprenderli, i cittadini per primi. Ai parlamentari dobbiamo chiedere di rispettare il vincolo costituzionale di decidere nell’interesse dei cittadini e non secondo pregiudizi o ideologie personali che sono dannose per il futuro della sanità pubblica. Quindi, di esprimersi e discutere pubblicamente con gli scienziati e i cittadini di ricerca, delle sue aspettative e dei benefici per tutti.

A ciascuno di noi, giovani e meno giovani, alle organizzazioni di ricerca e alle società scientifiche spetta il compito di chiedere ed accertarsi che il legislatore accolga sempre i fatti su cui deve legiferare.

Se ti attiverai nella tua realtà e istituzione, segnalaci quanto hai fatto e farai perché si possa tenere traccia e valorizzare ogni iniziativa. Una conferenza stampa è prevista per domani in Senato alle ore 12.

Cordiali saluti,

Elena Cattaneo

 

 

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