I pro-SA-gonisti di Milano: Giuliano Grignaschi

Abbiamo già visto, anche da prospettive diverse, com’è andata la manifestazione di sabato scorso a Milano a favore della sperimentazione animale. Prometeus ne ha intervistato, insieme a Federico Baglioni, i proSAgonisti per cercare di capire cosa li ha spinti a scendere in piazza. Abbiamo cominciato con Giuliano Grignaschi.

Chi è e cosa fa Giuliano Grignaschi?

Sono responsabile dello stabulario dell’Istituto Mario Negri. Il responsabile di stabulario è una figura prevista dalla legge (D.to L.vo 116/92) che ha il compito di garantire che siano rispettate tutte le normative inerenti la protezione degli animali coinvolti nelle linee di ricerca. Svolgo questo ruolo in collaborazione con il Veterinario Responsabile della Salute e del Benessere degli Animali (altra figura prevista dalla legislazione) che ha il compito di vigilare sulle condizioni degli animali.

 

Per quale motivo è sceso in piazza?

I motivi per cui sono sceso in piazza sabato 1 giugno sono molteplici ma, innanzitutto, è stato per affiancare tanti giovani ricercatori stanchi di essere trattati come stupidi e sadici ignoranti. Purtroppo i mezzi di comunicazione di massa sono totalmente sordi agli appelli dei ricercatori e danno spazio soprattutto all’emotività indotta dalle immagini, prevalentemente false, mostrate dalla frange animaliste più estreme. Da qui la necessità di scendere in piazza e parlare direttamente alla gente.

 

Qual’è il messaggio che vorrebbe che passasse alla gente?

Il messaggio che vorrei far passare è che nessuno si diverte a far del male agli animali anzi, tutti li amiamo; purtroppo però ad oggi non possiamo ancora rinunciare ad effettuare degli studi su modelli animali per poter trovare le cure per gli ammalati che, per noi, rivestono la massima importanza. Non possiamo pensare di sperimentare direttamente sugli ammalati. Significherebbe aumentare le loro sofferenze.

 

C’è qualcos’altro che le preme far sapere?

Si, vorrei veramente che si riflettesse sul fatto che più del 90% dei ricercatori biomedici è concorde nel sostenere l’assoluta necessità di utilizzare modelli animali per il progresso della medicina. Questa percentuale che rappresenta praticamente la totalità può essere interpretata in un solo modo: chi ha speso una vita a studiare la biologia è concorde nel giudicare la sperimentazione animale ancora necessaria; se studiare è importante (e spero nessuno lo neghi) non possiamo non considerare l’opinione di chi lo fa! Sarebbe come dire che lo studente bravo è quello che viene bocciato e viceversa.

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