A Roma per difendere la ricerca e il futuro

In 500 lo scorso 19 settembre hanno spiegato, con la loro presenza davanti a Montecitorio, che “Non c’è futuro senza ricerca” e che votare  quegli emendamenti alla Direttiva sulla Sperimentazione Animale avrebbe significato

un passo in più verso la morte della ricerca in Italia

Questo il motivo per cui tanta gente si è fatta 9 ore di viaggio per qualche ora di manifestazione; ecco perchè tanti ricercatori e dottorandi hanno perso una giornata lavorativa mettendo a rischio i propri esperimenti e perdendo ore di sonno per essere lì quel giorno. Perchè hanno capito che

se non succede qualcosa e se non si inizia a farsi sentire quando vengono prese decisioni deleterie, quegli esperimenti non sarà più possibile farli.

L’obiettivo primario di questa manifestazione è stato quello di sensibilizzare i politici affinché questi emendamenti vengano cancellati e la Direttiva Europea venga recepita così com’è. E questa volta, oltre a relatori tecnici come ricercatori e professori, c’erano anche politici di quasi tutti gli schieramenti, eccezion fatta per il Movimento 5 Stelle.

Perché questo è importante?

Perché da anni ormai scienza e ricerca non vengono considerate dalla politica e sono sempre di più le occasioni, e questa è una di quelle, in cui vengono prese decisioni politiche su temi scientifici senza che la comunità scientifica venga interpellata o abbia voce in capitolo. Proprio per questo, il fatto che esponenti politici di tanti partiti diversi abbiano accettato di intervenire sul tema, ribadendo la necessità di cancellare o quantomeno modificare gli emendamenti proposti, è un segnale di coesione che raramente si vede in politica.

Un segnale che, si spera, aiuterà a far uscire allo scoperto i temi scientifici, sempre più considerati come argomenti di nicchia per gli addetti ai lavori.

Rispetto alla manifestazione del 1 Giugno non ci sono state contestazioni animaliste, che onestamente invece ci aspettavamo, e l’atmosfera è sempre rimasta molto serena e tranquilla, come mostrano le facce di chi vi ha partecipato.

Un momento della manifestazione

Forse anche per questo i media, ad eccezione di pochissimi, non hanno parlato di noi. Fa piacere, invece, che ancora una volta Nature abbia riportato positivamente la notizia, segno che almeno la stampa estera è interessata quando i ricercatori cercano di difendere il proprio futuro. A questo proposito, ripropongo il video esplicativo realizzato da ANBI e Italia Per La Scienza in merito agli emendamenti, che è stato appositamente tradotto in lingua inglese.

E ora? Tutto finito?

Tutt’altro. Non solo perché non sappiamo se e quando sarà possibile cancellare gli emendamenti, ma perché, come già fatto notare, vi sono tanti altri problemi che ostacolano la ricerca e l’innovazione, non solo biomedica, in Italia. Parte di questi problemi, tra cui l’imperante disinformazione scientifica, derivano anche dalla poca attenzione che la comunità scientifica e gli scienziati hanno avuto nei confronti della popolazione e della politica, lasciando che esse rimanessero indifferenti alla scienza, se non ostili.

Come dice Alessandro Papale, ricercatore presso l’Ospedale San Raffaele,

se siamo in questa situazione non è colpa tanto degli animalisti, né dei giornalisti. E forse nemmeno dei politici. La colpa grossa è nostra, facciamoci un’analisi di coscienza (…). Se proprio noi che di progettare il futuro abbiamo fatto il nostro lavoro ce ne tiriamo fuori dove vogliamo andare? A chi altro vogliamo dare la responsabilità?

Dunque, se veramente teniamo al nostro futuro e vogliamo che la ricerca per cui siamo disposti a spendere tante energie venga rivalutata, dobbiamo anche spenderci affinché vengano difesi i nostri diritti e le nostre ragioni. E dobbiamo farlo noi.

La prima occasione sarà già settimana prossima, ad esempio, durante la Notte dei Ricercatori. Il 26 Settembre ci sarà una conferenza d’apertura dove si parlerà di ricerca e anche sperimentazione animale. Tra i relatori dell’evento intitolato “Perché non possiamo fare a meno della ricerca” ci saranno, oltre a Silvio Garattini e altri esperti, anche Tito Boeri, pro-rettore dell’Università Bocconi, e Cristina Tajani, Assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca del Comune di Milano.

Si potrà quindi aprire un dibattito con la cittadinanza, ma anche con le istituzioni e la politica locale milanese che già aveva partecipato attivamente alla giornata d’informazione scientifica dell’8 Giugno.

Speriamo che questo evento possa essere ulteriore segno di apertura al dialogo e alla riflessione su temi che sono troppo importanti per il nostro futuro per non vederci protagonisti.

@FedeBaglioni88

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